Chi ha osservato la partita, per la terza volta infatti, deve concordare con Massimiliano Allegri quando, dopo aver maturato la seconda sconfitta interna stagionale, afferma in conferenza che non ha nulla da rimproverare ai propri giocatori. Il Milan attuale infatti è una squadra che lotta e cerca di fare tutto il possibile; è perfino ordinata tatticamente. Ma è proprio questo che deve suonare come campanello d’allarme: questo è il massimo che riesce a fare il Milan al momento. L’Atalanta è arrivata a San Siro e gioca, alla pari del Milan, una partita attenta e ordinata; e allora perchè alla fine vince? La verità, anche se atroce per un tifoso, ma inevitabilmente da ammettere, è che l’undici dell’Atalanta visto ieri sera era più talentuoso di quello rossonero.
Maxi Moralez, Giacomo Bonaventura e Luca Cigarini infatti sono brevilinei con un grande controllo di palla e ottima fantasia: ciò gli ha permesso di aggiungere il loro talento all’impianto di gioco ordinato predisposto da Colantuono. Passaggi in profondità, uno contro uno vincenti, conclusioni da fuori; come quella che punisce Abbiati a metà del secondo tempo.
Tutte cose che il Milan attualmente non può mettere in campo perchè non ha giocatori tecnicamente in grado di farlo. Il centrocampo visto ieri sera non aveva fosforo: Ambrosini e De Jong sono due tipici incontristi, ed Emanuelson, forse il migliore del Milan visto ieri sera, ha doti di corsa e cross, ma non è un grado di costruire la manovra. Pazzini è un giocatore che non partecipa in alcun modo alla costruzione del gioco: siamo ben lontani dall’aver un centravanti stile Ibra, che torna, crea gioco e porta via l’uomo per l’inserimento di un centrocampista; senza lo svedese, ritorna sulla terra anche Antonio Nocerino, la cui principale dote risiedeva negli inserimenti da dietro. E bisognerà che Allegri lo capisca in fretta: con questi uomini, il Milan non può attaccare nello stesso modo dell’anno scorso. Se a ciò si aggiunge un Boateng volenteroso ma apparso ancora lontano dalla condizione ottimale la frittata è solo la logica conseguenza di tutto.
E’ un Milan che ha disperatamente bisogno dei suoi brasiliani, Pato e Robinho: appare una squadra ordinata, ma senza talento; i calciatori in campo cercano di rispettare le consegne tattiche, ma tra quelli a disposizione di Allegri ieri sera non ce n’era nemmeno uno che ha dato l’impressione di poter indirizzare la partita con una giocata personale. D’altronde lo abbiamo già detto e qui lo ripetiamo: la stagione del Milan seguirà le sorti della stagione di Alexandre Pato, l’elemento più talentuoso ma anche l’incognita più grande della rosa. Non condividiamo nemmeno uno dei tre cambi operati da Allegri: Ambrosini per Nocerino ci può stare, ma sullo 0 a 0 quando il cronometro segna 60 minuti non capiamo come questa poteva essere la mossa che cambiava la partita, Bojan per El Sharaawy poteva essere anche una buona idea, se non altro che al 70esimo si potevano anche rischiare i tre attaccanti, dal momento che nel frattempo si era incassato il gol di Cigarini; oltretutto Bojan continua a non convincere: appare un giocatore molto testardo e gioca sempre da solo, riuscendo solo a perdere sistematicamente il possesso della sfera.
A 10 minuti dalla fine poi, in piena ricerca del gol che sarebbe valso almeno un punto, l’idea è stata quella di sostituire Emanuelson per Constant: difficile comprendere come il franco-guineano avrebbe potuto cambiare le sorti dell’incontro. Il Milan in conclusione manca di qualità, di giocatori capaci di saltare l’uomo e creare superiorità, e di una manovra veloce e più verticale: alcune di queste caratteristiche potranno essere risolte con il rientro degli infortunati, altre rimarranno [anche quest’anno] i fisiologici problemi di un Milan che affronta la stagione 2012-2013 con una rosa non adeguata a perseguire gli obiettivi stagionali dichiarati, e un allenatore che non è ancora parso in grado di inventarsi qualcosa di diverso per migliorare questo trend.
[Alessandro Alampi – Fonte: www.ilveromilanista.it]
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