Ignazio, Mario e Mattia: no, non è il nome di un nuovo trio comico. Sono i nomi di battesimo dei tre giocatori rossoneri che faranno parte dei 23 che il c.t. Cesare Prandelli porterà in Brasile per la rassegna intercontinentale che partirà il prossimo 12 giugno, tra nove giorni esatti. Abate, Balotelli e De Sciglio infatti rappresenteranno il Milan nella rosa della Nazionale italiana, la quale esordirà nella notte di sabato 14 giugno contro l’Inghilterra di Roy Hodgson. Come sappiamo, non sarà della truppa Riccardo Montolivo, operato ieri alla tibia della gamba sinistra dopo il grave infortunio patito durante l’amichevole contro l’Irlanda: per lui si prospettano circa sei mesi di convalescenza, con relativi cari saluti al Mundial ed ai primi mesi della stagione 2014/2015. Un brutto colpo sia per il Milan (che lo perde per qualche mese), sia per la Nazionale Italiana (che lo perde soprattutto nell’immediato): inutile dire quanto questo fatto abbia scosso il clan azzurro, solo pochi giorni prima di partire per il Sud America.
Il forfait del capitano del Milan fa il paio con le mancate convocazioni degli altri rossoneri El Shaarawy, Poli e Pazzini che per motivi diversi hanno fallito l’aggancio al treno azzurro e di conseguenza la possibilità di partecipare al Mondiale. Se gli ultimi due hanno pagato lo scarso impiego sotto la gestione Seedorf, il Faraone ha dovuto fare i conti con il grave infortunio al piede che l’ha tenuto fuori diversi mesi, permettendone il rientro solo nelle ultime giornate di campionato. Percorso simile a quello di Giuseppe Rossi e stesso amaro destino, con l’aggravante di non essere stato nemmeno preso in considerazione per la lista dei trenta pre-convocati, dopo l’illusoria chiamata per i test fisici di pochi mesi fa. Sinceramente con due sole (mezze) partite alle spalle sarebbe stato un grande azzardo chiamare El Shaa, anche solamente per il pre-ritiro di Coverciano. Che rimpianto però vedere al Mondiale il pur ottimo Lorenzino Insigne, autore di una stagione abbastanza ordinaria, e non Stephan: magari se il savonese fosse rientrato prima avrebbe potuto addirittura strappare un insperato posto tra i 23. Tutte piacevoli suggestioni: i milanisti d’Italia saranno tre e tra questi El Shaarawy non ci sarà.
Ritornando a parlare di presenti e convocati, Abate, Balotelli e De Sciglio si apprestano a partire per il Brasile con alle spalle una stagione piena di contraddizioni, sia personali sia collettive. Se l’annata del Milan è stata assolutamente insufficiente e fallimentare, quella dei tre moschettieri rossoneri è stata caratterizzata da (sporadici) alti e (ripetuti) bassi. Un andamento alterno che ha rischiato, in differenti momenti della stagione, di negare il biglietto per Brasile 2014 ad ognuno dei tre. Andiamo ad analizzare adesso le singole situazioni.
Quella di Ignazio Abate è stata una stagione senza dubbio negativa, che per poco non gli è costata l’esclusione dai 23 (Prandelli lo ha tenuto in ballottaggio con Maggio fino all’ultimo): prima i guai fisici che lo hanno colpito tra dicembre e gennaio poi il rapporto tutt’altro che idilliaco con Clarence Seedorf che lo ha impiegato raramente (e per giunta quasi mai nel suo ruolo). L’ormai imminente arrivo di Pippo Inzaghi sulla panchina rossonera potrebbe (e dovrebbe) farlo desistere dall’idea di lasciare il Milan, ipotesi paventata più volte in questi mesi e appoggiata dal suo procuratore, un certo Mino Raiola… In Brasile Igna si giocherà il primato della fascia destra con l’ex rossonero Matteo Darmian: sulla carta il terzino di Sant’Agata de’ Goti partirebbe come titolare, ma le ottime recenti prove del laterale del Torino potrebbero far vacillare le sicurezze di mister Prandelli. Se si premierà l’esperienza, come probabile, toccherà ad Abate macinare chilometri sulla corsia laterale.
Stesso discorso per Mattia De Sciglio, anche lui vittima di problemi fisici e incomprensioni tattiche con il mister olandese (che lo ha spostato definitivamente a destra, in luogo dello stesso Abate). Nonostante qualche incertezza in stagione, è molto considerato da Prandelli che lo vede titolare sulla fascia sinistra, con buona pace di Clarence Seedorf. Negli scorsi mesi si parlava addirittura di pressioni da parte dello stesso c.t. italiano verso il tecnico rossonero, affinché schierasse contemporaneamente sia lui che Abate, in funzione del loro possibile futuro impiego in Brasile. Destra o sinistra il DeSci c’è: per il difensore milanese si presenta la possibilità di giocare un Mondiale da titolare a 21 anni, dopo aver compiuto tutta la trafila delle giovanili sia con il Milan che con le varie rappresentative nazionali. Un bell’orgoglio per la società rossonera: un prototipo di campione fatto in casa che dovrà essere preso come modello del nuovo corso fondato sulla valorizzazione dei giovani.
Un discorso a parte lo merita Mario Balotelli: l’attaccante bresciano si trova all’ennesima, forse decisiva, prova di maturità. Dopo una stagione fatta di colpi eclatanti (alcuni di classe, altri di testa), si trova a vivere un Mondiale da protagonista e trascinatore designato, dopo che il suo promesso compagno di reparto, Pepito Rossi, è stato sedotto e abbandonato da Cesare Prandelli. Al suo fianco vedremo un altro personaggio assolutamente non banale, quell’Antonio Cassano insieme al quale all’Europeo di due anni fa ha fatto faville (per ulteriori informazioni chiedere a Joachim Loew, c.t. della nazionale tedesca…). Questa volta però il peso delle responsabilità potrebbe essere oltremodo gravoso per il Balo: tutta Italia si aspetta che il bresciano prenda in mano la Nazionale e la trascini a suon di gol, mostrando qualità, maturità e continuità di rendimento per tutto l’arco della rassegna. Tutto dipenderà da come SuperMario saprà rispondere a questa schiacciante pressione: il rischio è che le enormi aspettative possano avere effetto negativo, rendendolo nervoso e troppo sensibile da un punto di vista emotivo (con tutte le conseguenze del caso, con buona pace del codice etico). Viceversa, se Mario saprà scacciare l’ansia da prestazione, contenere le proprie reazioni ed incassare il pressing asfissiante di un’intera nazione allora potrà seriamente pensare di caricarsi sulle spalle una squadra che, Pirlo e Buffon a parte, vive di pochissime individualità di spicco. Qualche problemino muscolare lo sta limitando, ma la sensazione è che Mario alla fine possa recuperare completamente, magari stringendo i denti: non vuole assolutamente mancare a quello che sarebbe il primo Mondiale della sua carriera.
Insomma, pochi milanisti ma buoni: sulla carta tutti e tre dovrebbero fare parte dell’undici base di Cesare Prandelli, ma nulla è ancora deciso. Il trio è in cerca di riscatto dopo una stagione sofferta e povera di soddisfazioni: quale vetrina migliore di quella mondiale può essere utile per rifarsi, mostrando le proprie qualità a tutto il mondo pallonaro? La missione è una sola: dare tutto per l’Italia e la maglia Azzurra, fornendo lustro, seppur di riflesso, anche a quella del proprio club.
[Alessandro Bracci – Fonte: www.ilveromilanista.it]
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