Milan-Barcellona: i rossoneri rendono quasi “terrestre” la squadra catalana

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Finisce 0 a 0 l’andata dei quarti di finale di Champions League tra Milan e Barcellona; chi si aspettava una partita spettacolare a suon di gol e occasioni è rimasto deluso. Ma per gli amanti della tattica, del calcio ragionato, la partita di ieri sera è stata una perla che ricorderanno a lungo. E anche seguendo un ragionamento molto pratico, in ottica qualificazione meglio uno 0 a 0, che lascia al Milan la possibilità di due risultati su tre al ritorno, piuttosto che un funambolico 2 a 2 che avrebbe costretto la compagine rossonera a far bottino pieno in terra catalana.

Inutile prenderci in giro, il divario tecnico tra le due formazioni è evidente ed elevato, ma la partita di ieri dimostra che un’organizzazione di squadra perfetta può smussare gli angoli e accorciare le distanze, fino a rendere quasi terrestre la formidabile squadra catalana. Questo deve aver pensato Massimiliano Allegri quando ha preparato chiuso in qualche stanzino di Milanello la tattica per questa partita. A San Siro infatti va in scena una sapiente lezione di difesa all’italiana, un muro contro il quale i formidabili palleggiatori del Barcellona non possono fare altro che impattare. Primi venti minuti fenomenali per i rossoneri: Allegri chiede ai suoi centrocampisti un lavoro dispendiosissimo, consistente in un pressing alto sui portatori di palla avversari che consente al Milan di arginare bene il temibile possesso catalano e di infilare di rimessa una difesa disabituata a difendere [sembra un paradosso, ma è così], creando due limpide palle gol, ahimè, non sfruttate dagli attaccanti Rossoneri.

Con il passare dei minuti il pressing dei rossoneri si allenta, come è comprensibile: è impensabile infatti disputare una partita intera giocando in questo modo; i rossoneri avrebbero dovuto capitalizzare meglio le due occasioni ad inizio partita. Calando il pressing dei centrocampisti, sale inevitabilmente il possesso e il palleggio del Barcellona, che si mette a fare il Barcellona. La seconda metà di primo tempo infatti è sofferenza pura per il Milan, che stanco si schiaccia troppo a ridosso della propria area e permette ai catalani di fare il gioco che preferiscono, ossia scambi veloci in spazi impossibili, ma il muro davanti ad Abbiati regge.

Si giunge così all’intervallo a reti immacolate, e qui avvengono due mosse che condizionano il resto della partita: da una parte Guardiola non inserisce Fabregas per Keita, a nostro avviso sbagliando; questa soluzione infatti avrebbe permesso di aumentare ancora di più le doti di palleggio della formazione spagnola, che in quel momento non necessitava di un incontrista. Allegri, di contro, cambia il modo di difendere del Milan. Con una mossa che di sicuro non è stata improvvisata nell’intervallo ma preparata in allenamento prevedendo il calo fisico inevitabile del Milan [e in questo sta il grandissimo merito del tecnico Toscano], l’allenatore rossonero ordina ai propri uomini di mettersi lungo tutte le linee di passaggio del Barcellona, intasando così la circolazione di palla degli uomini di Guardiola. Il secondo accorgimento prevede una marcatura molto più stretta su Messi da parte di Ambrosini [che, a nostro avviso, ha disputato una partita eccezionale], mossa che disinnesca il campionissimo Argentino. Allegri sostituisce poi gli stanchi Boateng, Robinho [contuso] e Nesta e sopratutto con gli ingressi di Emanuelson ed El Sharaawy dona più dinamismo ad una squadra che aveva lasciato sul campo tantissime energie.

Non succede più nulla, anche se Emanuelson avrebbe sui piedi appena entrato un pallone decisivo, servito da Ibrahimovic, sul quale però esita un po’ troppo, ma oggettivamente sarebbe chiedere troppo a questo Milan tutto cuore e tattica. Una nota finale la riserviamo alla prestazione dello Svedese: chi parla di un Ibra piccolo in Champions, almeno per quanto si è visto quest’anno a nostro avviso sbaglia. L’11 rossonero ha segnato al Barcellona nella fase a gironi, ha disputato una partita molto sopra la sufficienza contro l’Arsenal all’andata, gonfiando anche la rete, e sia ieri sera che nel ritorno contro i gunners si è reso molto utile nel gioco di sponda e nel cercare di tenere alto il pallone: al centravanti rossonero possiamo solo rimproverare un pizzico di cinismo mancato nell’occasione ad inizio partita, ma nonostante questo la prestazione a nostro avviso si mantiene sopra la sufficienza.

Finisce così 0 a 0; il Milan da questa partita esce con intatte speranze di centrare la qualificazione e con una convinzione maggiore. Al ritorno sarà in ogni caso difficilissimo; servirà la stessa intensità vista ieri sera, e, magari con un pizzico di fortuna in più, potremmo ritrovarci a parlare di una nuova, memorabile impresa del Milan di Berlusconi.

[Alessandro Alampi – Fonte: www.ilveromilanista.it]