A Milanello è ora che ci si rifletta sul serio: Massimiliano Allegri e tutto il suo staff devono chiedersi come mai il Milan concede sempre un tempo ai propri avversari. La tendenza inizia a farsi cronica e preoccupante; Cronica perchè non è di certo la prima volta che si ha l’impressione che per i rossoneri la partita inizi al calcio d’avvio del secondo tempo, preoccupante perchè non capiterà di trovarsi sempre di fronte un avversario così dimesso come il Bologna. E infatti, contro Inter, Lazio, Napoli e Roma i rossoneri hanno lasciato sul campo la bellezza di undici punti a fronte di prestazioni non particolarmente esaltanti nei primi 45 minuti di gioco, ma che sono andate in crescendo man mano che ci si avvicinava ai minuti finali delle gare: con quegli undici punti in più, il Milan oggi si ritroverebbe, incredibilmente, secondo in classifica a soli tre punti dalla vetta.
E’ quindi una tendenza che va sviscerata in profondità: ne vanno assolutamente individuate cause perchè può costituire una forte limitazione proprio negli scontri diretti, quando per intenderci si hanno di fronte avversari capaci di sfruttare l’approccio inadeguato dei rossoneri, creando così un gap in termini di risultato che il Milan non riesce a colmare nella seconda frazione. A nostro avviso, quello dei rossoneri non è un problema connesso alla preparazione fisica: se così fosse sarebbe più facile ravvisare il fenomeno inverso, e cioè una diminuzione delle prestazioni con il passare dei minuti, cosa che però non accade.
A questo punto dobbiamo concludere che il problema ha natura squisitamente psicologica: se infatti al fenomeno delle partenze lente aggiungiamo episodi come quello dell’autogol di ieri firmato da Mexes, o la distrazione generale sul gol di Paolucci nel finale di gara contro il Siena, scopriamo come il Milan sia una squadra spesso distratta, che non ha il giusto atteggiamento psicologico di fronte alle situazioni del campo. Quando il risultato sembra acquisito infatti il Milan sembra fermarsi e concede quasi sempre il gol che riapre la sfida agli avversari, tenendo il risultato in bilico fino ai tre fischi finali, e in avvio di gara il Milan sembra sempre affrontare la situazione con troppa sufficienza, senza il movimento necessario e la cattiveria per incidere immediatamente sul match. Con il passare dei minuti, intervenendo anche una serie di fattori collaterali come ad esempio la stanchezza degli avversari [non dimentichiamo infatti che, nel caso specifico di ieri, il Bologna era reduce dai supplementari disputati in Coppa Italia ndr], il Milan sembra riuscire a concretizzare meglio le occasioni e ad essere più pericoloso. Ma l’approccio psicologico alle partite va certamente rivisto: i calciatori vanno motivati in modo diverso, devono essere spinti a scendere un campo con una convinzione decisamente superiore.
DA PROMUOVERE: Credo che nella partita di ieri pomeriggio, Kevin Constant ha fornito la migliore prestazione da quando è al Milan, a dimostrazione di un feeling ormai completo con il ruolo di terzino sinistro. Il Franco-Guineano ha infatti spinto con efficacia, sa ormai quando può osare e quando invece rimanere arretrato; se continua così il Milan potrebbe inaspettatamente aver trovato una soluzione all’annoso problema del terzino sinistro e può permettersi il lusso di sondare il mercato senza nessuna fretta nei prossimi anni.
DA RIVEDERE: Ho già parlato dell’approccio e del fatto che il Milan quando pensa che il risultato sia acquisito si rilassa troppo, dando vita ad episodi grotteschi come l’autorete di Mexes che ha riaperto l’incontro. Mi concentro quindi sul tema del centrocampo: ieri la mediana schierata da Allegri mi è sembrata sotto la sufficienza. Montolivo dopo la sosta non ha ancora ritrovato la forma completa, che lo aveva reso uno dei giocatori determinanti per lo scacchiere tattico rossonero, mentre Flamini e Boateng mancano di geometrie sufficienti per aiutare la squadra in fase di manovra. Ancora una volta bisogna sottolineare una prestazione sottotono del numero 10 rossonero, che sembra aver perso la grinta dei giorni migliori: non fa danni particolari, ma non sembra più in grado di fare la differenza come nelle precedenti due stagioni. Anche questo è un discorso esclusivamente psicologico che Allegri e il suo staff devono affrontare con molta attenzione.
[Alessandro Alampi – Fonte: www.ilveromilanista.it]