Milan-Brasile: pochi protagonisti in rossonero

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logo-milanNella lunga storia del Milan il Brasile occupa un posto proporzionalmente piccolo. Sul piano della rilevanza, in particolar modo nel terzo millennio, è una delle nazioni alle quali i rossoneri riconoscono però più affetto e riconoscenza. Il fulcro di tutto è Kakà. Non è stato il primo né quello che ha vinto di più. Il ragazzo di San Paolo è però l’unico verdeoro ad aver realmente scalato i vertici del calcio mondiale e raggiunto il top partendo dalla maglia rossonera. Intendiamoci, i connazionali che hanno giocato con lui sono stati di grande impatto. Due nomi sugli altri. Serginho per la lunga militanza e gli sprazzi di eleganza e classe. Dida per i successi, i momenti di grazia e gli occhi dell’Old Trafford.

Con loro hanno avuto esperienze più o meno illuminate al Milan grandi nomi del Brasile recente. La leggenda Cafu, il grande Rivaldo, il Ronaldo originale e la diga Emerson. Lampi di classe in un’epoca d’oro rossonera. Sull’onda di questa stirpe la società di via Turati ha voluto fregiarsi di altre gemme verdeoro. Ronaldinho e Robinho i due fantasisti affermati, Pato e Thiago Silva le scommesse da jackpot.

Un certo rilievo ce l’hanno avuto anche Roque Junior, iridato con la Nazionale e campione d’Europa col Milan in meno di un anno, Andrè Cruz e Leonardo, protagonisti dell’incredibile scudetto numero 16 targato Zaccheroni. Quest’ultimo, come ben sappiamo, ha coperto un ruolo fondamentale per la “brasilianizzazione” del Milan negli anni duemila.

Non può mancare anche qualche meteora. Non reggerà il peso della 7 di Shevchenko, l’attaccante arrivato dal Betis Siviglia Ricardo Oliveira. Tutto sommato lo ricordiamo per un esordio folgorante e la presenza nella rosa Campione d’Europa 2007. Vera e propria meteora senza mezzi termini il difensore Julio Cesar. Dal 1999 al 2001 ha giocato nel Real Madrid e nel Milan. Di lui però a San Siro non è rimasta traccia.

Non si può chiudere il capitolo BrasilMilan senza ricordare i grandi giocatori di un passato più lontano ma dal fulgore straordinario. L’illuminato Dino Sani, Amarildo, l’uomo della prima Champions Josè Altafini e il grande Angelo Sormani.

Rimangono oggi solo due brasiliani in rosa (defilati): Robinho e Gabriel. Oggi c’è Italia-Brasile. Che questo appuntamento possa riaccendere la voglia di samba nei vertici della società rossonera?

[Elia Lavelli – Fonte: www.ilveromilanista.it]