In principio fu il 4-3-3 e la ricerca spasmodica sul mercato di attaccanti esterni da inserire nel tridente d’attacco. La poca qualità a centrocampo, fece pensare ad un possibile passaggio al 4-2-3-1. Modulo che consente di avere molta qualità, almeno sulla carta, e pericolosità offensiva, accompagnate da una buona copertura del campo in fase difensiva. Se però l’interpretazione è sbagliata si rischia di avere la squadra lunga e spaccata in due tronconi, 4 ad attaccare e 6 a difendere. E l’equilibrio, fondamentale e imprescindibile, viene meno. Visti i risultati alterni dati da questi due moduli, non perchè giusti o sbagliati in sè, Inzaghi sta preparando il terzo abito della stagione rossonera. Il 4-4-2, tanto caro al Presidente Berlusconi e possibile ancora di salvezza. Volendo le differenze con il 4-2-3-1 non sono così marcate e dipendono dalla posizione che assumono in campo gli interpreti di gioco. Un sistema di gioco con due punte vere può permettere ad Inzaghi di non perdere le certezze (poche) della prima parte di stagione del Milan cercando, nello stesso tempo, di inserire anche i nuovi acquisti del mercato. Ad esempio Jeremy Menez. Disposto a giocare sulla fascia, ma poco adatto a farlo. Più sensato mantenerlo al centro, alle spalle di una prima punta d’area di rigore.
Identikit, oltre che di Gianpaolo Pazzini, anche di quel Mattia Destro che da oggi è un giocatore del Milan. Destro prima punta, Menez seconda, libertà di scelta per gli esterni di centrocampo/attacco con Honda e Bonaventura, quando rientrerà, al momento favoriti sulla concorrenza. Il Milan cambia per cercare di ripartire e dare un minimo di senso ad una stagione fin qui grigia e anonima.
[Francesco Nasato – Fonte: www.ilveromilanista.it]
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