Si nasconde dietro a quel sorriso a mille dentoni. Non parla, s’allena poco, manda in avanscoperta il fratello-manager. Che sorride anche lui, non s’allena ma almeno parla. Ronaldinho e il Milan: un matrimonio destinato –forse- a durare in eterno, soprattutto dopo lo show di Berlusconi alla presentazione. E soprattutto dopo l’offerta recapitata lunedì da Galliani a De Assis, rinnovo fino al 2014, il Mondiale nel suo paese ma da giocare con la maglia rossonera sotto.
Ronnie e suo fratello, però, continuano a prendere tempo, resteranno fino a giugno sì ma per prolungare chiedono e chiederanno un grande Milan, appellandosi alla felicità tutta brasiliana che fa rima con vittorie e successi. Dinho insomma vuole vincere, se con il Milan meglio. Altrimenti da un’altra parte. Basta dirlo comunque, basta aspettare le prime mosse sul mercato che verrà. Nessuno, tantomeno Berlusconi, vuole tenerlo prigioniero di una maglia e di una firma. Pato, intanto, sta bene, benissimo.
E vuole solo scongiurare il pericolo di nuovi infortuni. In Brasile credono molto ai riti e alle scaramanzie, così anche Alexandre ha deciso di farsi fare una collana con un simbolo che dalle sue parti protegge (o dovrebbe proteggere…) dai mali di stagione. L’ha vista su internet e ha incaricato subito un amico milanese di fargliene fare una simile, prepariamoci a vedergliela presto al collo. Balotelli, invece, al collo avrà la sciarpa bianco e blu del Manchester City: se ne voleva andare ed è stato accontentato. Non hanno voluto rischiare quelli dell’Inter, troppo alto il pericolo di nuove maglie buttate per terra e nuove foto con altri colori messi in bella mostra. Sarebbe bastata la prima esclusione di Benitez per scatenare un altro tormentone, così trenta milioni di plusvalenza (Mario era costato meno di un milione) serviranno per attutire i possibili rimpianti, sistemando il bilancio e puntando su un giocatore di minor talento ma di maggior affidabilità.
E l’identikit porta al soldatino Kuyt (lo ha confermato indirettamente ieri sera anche Moratti), quello che ha imparato a fare l’esterno d’attacco nel Liverpool di Benitez dopo essere nato prima punta a suon di gol nel Feyenoord. A proposito di punte, la Juve dovrà presto arrendersi all’evidenza dell’accordo tra fratelli Hoeness per dirottare Dzeko al Bayern tra un anno. Qui la volontà del giocatore può fare poco, qui sì che c’è un prigioniero di mercato. Così Marotta e Paratici stanno pensando alle soluzioni alternative: quella che porta a Gilardino non è ancora stata presa in considerazione, l’idea-Forlan per adesso è solo un’idea ma piace, intriga l’ipotesi Adebayor ma solo all’ultimo giorno e magari in uno scambio di prestiti con Iaquinta. Per coprire, invece, le esigenze di sinistra, ecco l’ultima che arriva dal Portogallo, si chiama Fucile. Lì sono convinti che la Juve lo segua e lo tratti pure ma il Porto resiste e Marotta comunque non conferma. Aspettando invece Burdisso per il quale Roma e Inter non hanno trovato l’accordo. Anzi, Hidalgo ha fatto sapere alla Juve che Burdisso lo vestirebbe eccome il bianconero. Perché è a caccia di nuovi stimoli e nuove emozioni. Proprio come Balotelli. Come Dzeko. Come Ronaldinho…
[Gianluca Di Marzio – Fonte: www.tuttomercatoweb.com]
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