Il giovane laterale spagnolo, in estate, aveva un buon mercato tanto che il Valencia, non fosse stato per la pubalgia, l’avrebbe già preso. L’infortunio dovrebbe essere ormai superato ma è difficile stabilire quanto possa investire un acquirente già a gennaio per un giocatore convalescente. Ipotizzando un prestito fino a giugno, il risparmio per il Milan sarebbe di soli 300mila euro, pari alla metà del suo ingaggio. Djamel Mesbah è il primo indiziato per la partenza. Ha mercato in Italia. Lo hanno accostato negli ultimi mesi a Torino, Genoa, Palermo e Parma. Il Milan, inserendo la metà del giovane Speziale e risolvendo il prestito di Strasser lo prelevò dal Lecce per circa mezzo milione di euro.
A conti fatti sarebbe difficile ricavarne di più adesso. Anche a livello d’ingaggio il risparmio sarebbe identico a quello ottenuto per Vilà. Bakayè Traorè percepisce 1,2 milioni di euro. Una sua partenza potrebbe fruttare 600mila euro di risparmio ma poco altro. Flamini, sempre ammesso che dopo l’infortunio di De Jong possa partire, ha il contratto in scadenza a giugno. Anche da lui, quindi, non si ricaverebbe più dei 700mila euro non versatigli da gennaio a giugno.
Pato e Robinho sono l’unica risorsa effettiva capace di portare veri fondi per operare in entrata. Una cifra vicina ai 23 milioni di euro per la cessione di entrambi e la sospensione dei ricchi contratti da 4 milioni l’anno ciascuno. Volendo credere alle dichiarazioni di Galliani, che da per chiuso il mercato nei reparti arretrati, c’è spazio con questi soldi solamente per un acquisto offensivo di rilievo.
I due nomi per il momento più gettonati sono Drogba e Balotelli. Il primo è stato escluso da Galliani per le eccessive richieste economiche e forse, in virtù della strada imboccata dalla società, anche per la carta d’identità. Resta, tra i noti, Mario Balotelli. Gli ostacoli apparentemente sono più dei possibili sbocchi. Non dimentichiamo però che quest’ipotesi sarebbe presa in esame con la simultanea e definitiva partenza di due del calibro di Pato e Robinho. A quel punto, crisi o non crisi, un ulteriore non adeguato reinvestimento da parte della società, difficilmente sarebbe compreso dall’ambiente rossonero.
[Elia Lavelli – Fonte: www.ilveromilanista.it]
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