Domenica pomeriggio inizierà tra le mura amiche del Giuseppe Meazza un periodo tanto duro quanto decisivo per capire quale sarà la piega definitiva che prenderà questa stagione rossonera, cominciata malissimo ma che nelle ultime settimane ha dato l’impressione di poter essere vicina ad una svolta. In poche settimane infatti il Milan sarà atteso da tre impegni durissimi in campionato [contro Fiorentina, Napoli e Juventus] che potrebbero sancire il ritorno dei rossoneri in posizioni di classifica che gli permetterebbero di ambire quantomeno al terzo posto finale, o il definitivo ridimensionamento degli obiettivi della squadra per questa stagione. Alle tre delicatissime sfide di serie A si inframezzeranno le partite contro Anderlecht e Zenit, decisive per il cammino europeo della squadra allenata da Massimiliano Allegri: il destino del Milan passa dunque per questo Novembre che definiremmo il vero crocevia della stagione.
La prima partita di questa maratona delicatissima vedrà la sorprendente Fiorentina allenata da Vincenzo Montella venire a San Siro per contendere i tre punti ai rossoneri; la società viola dopo una stagione opaca ha avuto il coraggio di ripartire da zero con un nuovo progetto tecnico alla guida di un giovane emergente e un gruppo di giocatori profondamente rivisto. Al momento la classifica premia le scelte della dirigenza toscana, che ha avuto il grande merito di scegliere Vincenzo Montella, al momento secondo noi il miglior allenatore emergente italiano insieme ad Andrea Stramaccioni, e avergli dato carta bianca sul mercato.
In questo modo Montella ha potuto disegnare una squadra che rispecchia perfettamente la propria idea di calcio: ma la cosa che più sorprende del lavoro dell’ex attaccante di Roma e Sampdoria è il tempo che ha impiegato per creare l’amalgama nello spogliatoio. In una sola estate infatti Montella è stato in grado di rivoluzionare completamente la mentalità della squadra, cosa che annulla qualsiasi tentativo di confronto con la Fiorentina del passato e potrebbe togliere punti di riferimento nella preparazione della partita da parte di Allegri. La Fiorentina che arriva a Milano quest’anno è una squadra ambiziosa, basata sul possesso palla e un’idea di calcio offensivo che ricorda, con i dovuti paragoni, quella del Barcellona. In mezzo al campo i due giocatori chiave sono Borja Valero e, sopratutto, David Pizarro, bravissimi nella gestione del possesso palla.
Purtroppo il mercato non ha consegnato a questa squadra la ciliegina sulla torta, che avrebbe dovuto essere un centravanti di caratura internazionale, un giocatore cioè in grado di tradurre in gol la mole di gioco creata dalla squadra, e per fortuna del Milan il grandissimo Stevan Jovetic ammirato in questa prima fase del campionato non sarà della partita, fermato da un problema al muscolo Soleo. Non per questo però bisognerà prendere sottogamba un attacco che sarà composto probabilmente da el Hamadoui, grande giocatore di movimento e dotato di buona tecnica adattissimo alla manovra di una squadra che concepisce un calcio votato al possesso e all’interazione tra tutti i reparti, e Lijaic, che sembra aver terminato quel processo di crescita psicologica e sta pian piano diventando un giocatore importante per questa squadra; attenzione anche alla carta Luca Toni a partita in corso, che in queste prime giornate ha dimostrato di non aver ancora perso il vizio del gol.
Ma l’aspetto più interessante della sfida, e l’arma più pericolosa dei viola, sarà l’atteggiamento offensivo della squadra Toscana: sarà decisamente un interessante banco di prova per saggiare la tenuta difensiva del 4-2-3-1, modulo che per ora ha dimostrato di funzionare bene contro squadre che affrontavano la partita con un atteggiamento piuttosto guardingo, ma che va verificato contro un avversario che sicuramente non verrà a Milano per difendersi. In questo senso il maggior dubbio della vigilia di Allegri è rappresentato dalla scelta tra Ambrosini, capitano di grande esperienza ma dalla tenuta fisica non più eccelsa, oppure De Jong, che fino a questo momento ha alternato buone prestazioni ad amnesie piuttosto gravi, non apparendo mai fino ad ora un giocatore irrinunciabile.
LA CHIAVE TATTICA: La mentalità della Fiorentina è quella di provare a non buttare mai via il pallone; vedendo alcune partite precedenti della viola di quest’anno si nota come Montella chieda ai suoi di mantenere il possesso palla, anche a costo di correre qualche rischio in più. Di conseguenza, è una squadra contro cui bisogna opporre un grosso pressing sulla linea mediana. Il gioco va fermato all’altezza di Borja Valero e Pizzarro per disinnescare le offensive avversarie.
IL GIOCATORE CHE SCHIEREREI: Proprio per il tipo di partita che a mio avviso dovrebbe impostare il Milan, potrebbe essere l’occasione giusta per rilanciare Boateng, il quale ha nelle sue corde la capacità di pressare efficacemente l’avversario. In questo caso, posto che Bojan in questo momento sembra essere irrinunciabile nella posizione di trequartista, toccherà ad Allegri trovare la corretta collocazione tattica al centrocampista Tedesco-Ghanese.
IL GIOCATORE CHE NON SCHIEREREI: Tra quelli annunciati alla vigilia, se dovessi trovare la scelta che mi convince di meno, farei il nome di Yepes. Il colombiano è un difensore molto adatto a marcare avversari molto forti fisicamente e bravi nel gioco aereo, ma potrebbe andare in difficoltà contro un attacco rapido ed agile come quello Toscano.
[Alessandro Alampi – Fonte: www.ilveromilanista.it]