Il Milan espugna per la seconda volta San Siro nel campionato 2012/2013; in precedenza erano arrivate le vittorie esterne contro Bologna e Zenit, l’unica vittoria casalinga contro il Cagliari, ed una serie di risultati interlocutori. Ci ha pensato l’uomo più in forma del momento, nettamente il migliore dei suoi anche ieri sera per corsa, sacrificio, giocate ed idee, cioè Stephan El Sharaawy festeggiando così al meglio la sera del suo ventesimo compleanno. Questi 3 punti devono rappresentare la svolta della stagione rossonera e un trampolino psicologico utile a far ritrovare alla squadra convinzione nei propri mezzi, ma attenzione a pensare che i guai del Milan siano finiti qui: contro un Genoa rinunciatario i rossoneri hanno espresso un gioco ancora poco concreto e la manovra è stata condita da troppi errori individuali per far dormire sonni tranquilli ad Allegri.
LA PARTITA – Rossoneri che sciolgono tutti i dubbi di modulo della vigilia e scendono in campo con il 3-4-3; difesa nuovamente rimaneggiata con Zapata, Bonera e Yepes come interpreti di giornata.
Iniziamo subito con il dire che finalmente abbiamo visto un Milan approcciare alla partita con la mentalità giusta: la squadra non è scesa in campo dando l’impressione di essere timorosa, spaventata dalla possibilità di perdere, come è accaduto in altre situazioni. Viceversa, abbiamo visto un Milan che ha sempre cercato di tenere alta la percentuale di possesso, ha giocato molto nella metà campo avversaria e provava a non buttar mai via il pallone, magari rischiando anche un po’ su qualche disimpegno. Atteggiamento che è stato favorito, a onor del vero, da un atteggiamento inaspettatamente molto rinunciatario del Genoa di Delneri, che ha impostato una partita di contenimento, probabilmente con la speranza di uscire dal Meazza con almeno un punto in tasca: nella situazione attuale dei rossoneri, ci saremmo aspettati qualche azzardo in più dalla formazione ligure.
In ogni caso, se il possesso palla e il baricentro delle due squadre attestano un Milan in controllo del match, non altrettanto si può dire per le conclusioni in porta: la prima che centra lo specchio dei pali arriva alle 22.02, a secondo tempo inoltrato e porta la firma di Abate, uno che di mestiere dovrebbe fare altro. Ciò è dovuto al fatto che la squadra sbaglia molto in fase di impostazione e di ultimo passaggio, e risente della serata negativa di Riccardo Montolivo, apparso un po’ in calo rispetto alle precedenti prestazioni. Ne deriva così una manovra costantemente sotto controllo ma molto imprecisa, che non porta quindi a nulla per quasi tutta la partita. Alexandre Pato va a sprazzi, e non potrebbe essere altrimenti dopo il lungo periodo di inattività; osservandolo però, si ha l’impressione di vedere un giocatore che ha paura di farsi male, e perciò cerca di evitare molti contrasti: per questo viene limitato nell’efficacia.
Bisognerà lavorare anche su questo; d’altronde, l’ingresso di Pazzini ha portato come al solito ad un nulla di fatto, con l’Italiano incapace di toccare palla. Per fortuna del Milan El Sharaawy è in un momento di forma strepitoso: il giovane italo-egiziano corre per tre e si sacrifica in fase difensiva, ma riesce ad essere lucido e pericoloso anche in avanti; dai suoi tagli al centro arrivano i pericoli maggiori per la squadra ligure ed anche il gol che regala ai rossoneri tre punti soffertissimi ma alla luce dell’impostazione della partita a nostro avviso errata da parte del Genoa, anche meritati. Da questa vittoria bisogna ripartire per lavorare con maggior tranquillità e recuperare convinzione nei propri mezzi: il lavoro non è di certo terminato qui, ma la strada intrapresa potrebbe essere quella giusta. Avanti così!
[Alessandro Alampi – Fonte: www.ilveromilanista.it]