Un dato, fondamentale, va posto alla base del lavoro di Clarence Seedorf sulla panchina del Milan: nelle sue prime 10 partite da allenatore, mai, l’ex centrocampista rossonero, ha riproposto la stessa formazione titolare due volte di fila. Gran parte dei giocatori, ad esclusione di infortunati lungodegenti quali El Shaarawy o gli attualmente meno considerati Gabriel e Cristante, hanno avuto occasione di essere schierati dal primo minuto. Sperimentare, quindi, è la parola d’ordine: Seedorf è arrivato prima anche per questo, per capire quanto buono ci sia in questo gruppo e, soprattutto, quali elementi salvare per poter ricostruire a partire dalla prossima stagione.
Ciò, in buona parte, motiva anche il mancato cambio di modulo: più che una fissazione, quindi, una scelta precisa in vista del futuro. In una stagione che non ha più nulla da dire, un allenatore arrivato da poco ha, nelle giuste misure, tutte le ragioni per sperimentare e cercare di capire su quali giocatori poter fare affidamento un domani. Al di là del modulo, la prima cosa da fare è restituire un’identità, sia in termini caratteriali che in termini di gioco, ad una squadra che un’identità non ce l’ha più: solo allora, sarà possibile cercare e studiare nuove soluzioni cambiando i vari moduli. Il presente non gli sorride, ma il futuro è tutto dalla parte di Clarence Seedorf: sperando che che dai suoi esperimenti tattici possa uscire qualcosa di veramente buono.
[Giangiacomo Ceresara – Fonte: www.ilveromilanista.it]
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