Il momento no di Stephan El Shaarawy purtroppo continua. La parentesi contro il Psv è sembrata solo un’illusione: gol e prestazione positiva avevano fatto gridare al ritorno del Faraone. E invece dopo solo dieci giorni l’attaccante italo-egiziano sembra essere ripiombato nella stessa condizione del finale di stagione scorsa e della Confederations Cup: panchina e qualche spezzone di gara.
Al Milan la vita non sarà di certo facile e l’ultima partita ha chiarito quali sono i pensieri di Allegri su questo fronte: ritorno al 4-3-1-2 con un Kakà in più e Matri-Balotelli là davanti pronti a mettere a segno più gol possibili. Robinho, Pazzini, El Shaarawy e Niang riserve di ottimo livello, in grado di subentrare quando necessario. Dunque il Faraone quest’anno vedrà molta più panchina dello scorso inizio di stagione, quando era lui il vero trascinatore del Milan e quando tutti lo osannavano inneggiando alla sua fenomenale cresta. Le cose cambiano e anche in fretta.
Stessa cosa sta accadendo in Nazionale. Cesare Prandelli ribadisce ogni volta che il ragazzo ha solo 20 anni e deve crescere ancora molto. Tutto vero, ma la sua considerazione è decisamente calata nei suoi confronti. Con Balotelli doveva formare una coppia perfetta anche in azzurro, ma nelle ultime partite tutto questo non si è avverato.
In Confederations Cup El Shaarawy è stato relegato in panchina e inserito solamente pochi minuti con il Brasile; mentre nel match di qualificazione ai Mondiali 2014 contro la Bulgaria, nonostante le assenze per squalifica di Balotelli e Osvaldo, il ct ha preferito mandare in campo Insigne. Non contento, quando il napoletano è stato costretto a lasciare il campo per infortunio, ha deciso di inserire Giaccherini. Una bocciatura doppia che suona come una mazzata clamorosa nei confronti dell’attaccante. Se nemmeno in questa situazione viene schierato titolare o quanto meno subentra nella ripresa, c’è davvero da preoccuparsi.
Considerando che al Milan la situazione è molto simile a quella in Nazionale, El Shaarawy rischia seriamente di essere accantonato definitivamente: il tutto porterebbe alla squadra rossonera la perdita di un patrimonio importante, con svalutazione di mercato annessa; al giocatore il rischio di saltare con l’Italia un evento Top per la carriera di un calciatore come il Mondiale 2014 in Brasile.
Se la vita da panchinaro dovesse protrarsi nel tempo, forse, con il senno di poi, El Shaarawy avrebbe fatto meglio ad accettare le offerte estive provenienti dall’estero. Cambiando aria avrebbe ritrovato forza, personalità, stimoli e soprattutto convinzione dei propri mezzi che in a Milanello e a Coverciano sembrano diminuire di giorno in giorno, causa anche le scelte dei due tecnici Allegri e Prandelli.
[Isaac Cozzi – Fonte: www.ilveromilanista.it]