Quando i ragazzi di Allegri sono andati in svantaggio hanno raccolto 1 pareggio (Torino-Milan 2-2) e 1 sconfitta (Milan-Napoli 1-2), per un totale di 1 punto su 6 disponibili (media 0,50 punti a partita). Negli incontri invece in cui il Milan è riuscito a portarsi in vantaggio, ha raccolto 2 vittorie (Milan-Cagliari 3-1 e Milan-Sampdoria 1-0), 1 pareggio (Bologna-Milan 3-3) e 2 sconfitte (Verona-Milan 2-1 e Juventus-Milan 3-2) per uno score complessivo di 7 punti su 15 (media 1,40 punti a partita). Nasce spontanea la riflessione che, con un pò di concentrazione, la squadra in questo momento potrebbe annoverare qualche punto in più rispetto a quelli attuali.
Nelle partite contro Bologna, Verona e Juventus a causa di gravi disattenzioni si sono persi ben 8 punti attraverso i quali oggi il Milan si collocherebbe a quota 16 in classifica, ovvero a sole tre lunghezze dall’attuale zona Champions. Dove affonda le radici questo problema? Il gol subito da palle inattive è una problematica di ancellottiana memoria che si è tramandato (passando da Dida ad Abbiati) fino ai giorni nostri non trovando mai una soluzione definitiva. La coppia di centrali attuale, Zapata-Mexes è una coppia molto incline ad amnesie improvvise e cali di concentrazione rispetto a quando il Milan poteva contare su fenomeni del calibro di Nesta, Thiago Silva e Maldini, ma questo non può e non deve rappresentare un alibi.
Ogni giocatore ha determinate caratteristiche che lo rende unico nel bene e nel male, ma la bravura dell’allenatore può influire notevolmente sull’ago della bilancia. Basti pensare alla Juventus di Del Neri nella stagione 2010/11, una squadra alla sbando che nonostante i vari Buffon, Bonucci, Chiellini e Barzagli risultò tra le difese più battute del campionato subendo la bellezza di 47 reti. Con l’avvento di Antonio Conte, gli stessi giocatori sono semplicemente rinati e da tre anni a questa parte la difesa bianconera risulta costantemente una delle meno battute della Serie A. Questo semplice esempio serve per sottolineare che pur non avendo a disposizione un materiale umano di grandissima scelta, attraverso un gioco collaudato e tanta carica motivazionale un allenatore può trasformare radicalmente il rendimento di una squadra che non può essere, come nel caso del Milan, tra i più bassi e deprimenti di tutta la sua gloriosa storia calcistica.
[Francesco Ciociola – Fonte: www.ilveromilanista.it]
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