Milan, il punto: il problema non è solo la difesa

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logo-milanChe in casa Milan i problemi siano davvero tanti è sotto gli occhi di tutti. Una stagione che doveva consacrare diversi elementi di pregio della rosa, si sta rivelando almeno per ora un totale fallimento e tra vicende societarie e prossimi allenatori, l’ambiente non può che essere lo specchio della tranquillità. Per fortuna è arrivata in soccorso dei rossoneri la sosta delle Nazionali. Meno si parla dei problemi rossoneri e meglio è. In questo momento lavoro è l’unico vocabolo che circola nel Centro Sportivo del Milan.

Perchè le difficoltà sono molte e spesso non vengono analizzate nei dettagli. Vero, quest’anno il Milan subisce caterve di reti, ben 19 in Campionato in 12 partite, addirittura 25 in 18 considerando anche la Champions League, ma il problema non è solo al difesa, anzi. Il reparto avanzato, compreso quello di centrocampo si muove poco e male, tant’è che l’azione che parte dalla mediana spesso si interrompe per errori di concetto a causa della staticità degli interpreti: risultato, palla recuperata dagli avversari e fianco scoperto a possibili incursioni pericolose.

Il Milan attacca male, lo dimostrano le sole 17 reti realizzate fino adesso in 12 partite di Campionato. Se si considerano le ultime 6 i gol messi a segno sono solamente 6 che hanno fruttato una sola vittoria, quella contro l’Udinese. Sarà l’assetto tattico, quel 4-3-3 in cui alcuni interpreti non sono a loro agio, sarà l’allenatore che non riesce a dare un gioco alla squadra o sono proprio i giocatori che non hanno le capacità di realizzare azioni da gioco pericolose. Una sorta di mix di tutti questi fattori che ha inibito i vari Balotelli, Matri, Robinho etc.

La prima cosa che nel calcio si tiene in considerazione sono le caratteristiche dei giocatori. Se El Shaarawy è adatto a occupare un ruolo di attaccante esterno nel 4-3-3 oppure di ala esterna nel 4-2-3-1 perchè decidere di cambiare modulo passando al 4-3-1-2? Se Balotelli, come detto dallo stesso Prandelli è una punta centrale, perchè spostarlo a seconda punta o addirittura sulla fascia?

Insomma, tra breve Massimiliano Allegri avrà a disposizione tutta la rosa tranne Pazzini. Nè lui, nè i giocatori del reparto avanzato avranno più alibi. Il Milan al completo non è inferiore a squadre come Verona, Genoa, Parma, Udinese etc. Starà al tecnico cucire su questo Milan un modulo su misura, starà agli stessi giocatori rendere al massimo in quelle posizioni e cercare con più armonia, movimento e affiatamento la via della porta, a partire dal match contro il Genoa di sabato sera.

[Isaac Cozzi – Fonte: www.ilveromilanista.it]