Qualcuno avrà storto il naso quando, a circa venti minuti dalla fine, sopra di un gol e di un uomo il Milan ha sensibilmente abbassato ritmo e raggio d’azione aspettando nella propria metà campo l’avversario. Nessuno si sarà invece risentito al momento di leggere la nuova classifica al termine della ventiduesima giornata di campionato.
Il Milan di Allegri è così. Fa quel che può (o quel che deve) con i mezzi a disposizione. Se aprirsi, rischiando un possesso palla meno coperto, poteva spianare la strada al secondo gol, le eventuali ripartenze potevano, allo stesso modo, aiutare l’Atalanta e il suo pubblico a rientrare in partita. Invece il Milan si abbassa, tiene qualche pallone in meno ma porta al termine senza troppi sussulti (o tiri in porta per gli avversari) una pratica tutt’altro che scontata.
La ragione che supera il sentimento. Il buon senso che frena l’illusione. Sì perchè che il centrocampo a tre con il Boateng di oggi e Flamini potesse gestire alto il pallone con velocità e senza rischi o affanni (per giunta sul terreno di gioco impossibile di Bergamo) era difficile da pretendere. In questo momento “l’aspetta e colpisci”, per quanto di stampo opportunista, appartiene (soprattutto fuori casa) a una squadra che nelle prime quattro gare del 2013 ha portato a casa 10 punti, con il medesimo approccio. Più volte si è detto di come l’atteggiamento della squadra dovrebbe cambiare in condizioni del genere. Tifosi e società fanno questi conti però pensando al medio termine, parlando di un pedigree di squadra che, per quanto riconosciuto, rischia alle volte di rimanere astratto.
Allegri ragiona invece sul singolo tempo, sul singolo minuto, sul singolo pallone. Gli ultimi numeri premiano le sue idee e la sua applicazione.
CURIOSITÁ – Il gol di Stephan El Shaarawy messo a segno quest’oggi al minuto 29 contro l’Atalanta, nell’incontro della 22esima giornata del Campionato di Serie A, ha permesso al Milan di conquistare tre punti preziosissimi per la rincorsa al terzo posto. Entrando nel dettaglio, si è trattato della decima volta in cui i rossoneri hanno sbloccato lo 0 a 0 di partenza. E, quando il Milan è passato in vantaggio, il match è terminato con la vittoria di Ambrosini e compagni tranne che in una occasione: a Parma, il 29 settembre scorso, dove alla rete del “Faraone” rispose una perfida punizione di Galloppa che bucò la barriera.
Lo score parla di 28 punti conquistati sui 30 disponibili: una media impressionante che sottolinea oltremodo l’importanza di colpire per primo l’avversario. Soprattutto se in squadra hai atleti come El Shaarawy, Niang e Boateng, abilissimi a giocare di rimessa e ad inserirsi tra gli spazi delle difese avversarie che, giocoforza, devono lasciare campo nell’intento di recuperare il risultato. A prova di ciò, il fatturato di marcature rossonero: nelle dieci gare in questione, il Milan, dopo l’1-0, ha segnato ben altre 12 reti. Parimenti, portarsi in vantaggio consente di effettuare una fase difensiva più accorta ed efficace: ne sono testimoni le sole sei reti incassate dalla retroguardia rossonera nelle dieci gare in dettaglio; e, di queste, escludendo l’autorete di Mexes col Bologna, una sola è stata subita su azione (gol di Paoletti in Milan-Siena, nda). In definitiva, segnare per primo è importante ma, per i colori rossoneri, è il primo passo verso… il terzo posto!
[Lavelli/Acri – Fonte: www.ilveromilanista.it]