La trasferta di Cagliari è stata una prova schiacciante dell’indispensabilità del Pazzo per questo pazzo Milan. Il 4-2-3-1 seedorfiano necessita di una prima punta vera, di ruolo, che certamente Balotelli non è. Super Mario ama svariare tra le linee, inventare, fornire assist, tentare il tiro da fuori. Ciò non gli è possibile giocando con le spalle rivolte alla porta, ma lo fa perfettamente quando il posto di unica punta è occupato da Pazzini, il quale è bravo di sponda, a difendere palla e ha un fiuto del gol a dir poco eccezionale. I due sono compatibili, si cercano e si trovano in maniera ottimale. Già lo scorso anno ha reso evidente la loro sintonia e complicità in campo, tant’è che nelle dichiarazioni emergono apprezzamenti reciproci.
Da non sottovalutare è l’evidente fatto che Robinho stenta ad integrarsi ed adattarsi a questo modulo, che prevede sacrificio in fase difensiva e lucidità in quella offensiva. Sino ad ora il brasiliano non si è dimostrato propriamente all’altezza nell’una e nell’altra fase in egual misura. Questo è un altro aspetto che promuoverebbe la titolarità di Pazzini e l’arretramento di Balotelli sulla fascia sinistra dei tre trequartisti alle spalle della punta solitaria. Neppure Super Mario garantirebbe una copertura difensiva mirabilissima, tuttavia è constata la sua propensione al sacrificio in situazioni di difficoltà e anche la sua capacità di mettere pressione agli avversari in una porzione di campo avanzato.
Anche in quel di Cagliari è andato in scena un film visto e rivisto parecchie volte in questa stagione, ossia l’improvvisa rinascita dei rossoneri, che in svantaggio e con il cronometro che incalza, decidono di cominciare (o ricominciare) a giocare e a schiacciare l’avversario dopo un periodo di “pausa”. Per l’ennesima volta il Milan si è dimostrato degno di questo nome dallo scoccare dell’80° in poi, riuscendo a ribaltare in 180 secondi una partita compromessa e che sembrava ormai persa. Ha prevalso il fattore C, il cuore, che ha spinto la squadra ad avere voglia di vincere. Ma questa fame agonistica, se ti chiami Milan, è obbligatoria per tutta la durata del match, perché il tifoso rossonero vorrebbe un Milan vincente, meno pazzo…ma col Pazzo.
[Tommaso Stefanachi – Fonte: www.ilveromilanista.it]