Milan, il punto: Montolivo non ancora al 100%

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logo-milanCercando di trovare qualcosa di positivo nell’ennesima sconfitta stagionale del Milan, anche se pur sempre al cospetto del Barcellona, ci si può soffermare sulla prestazione di alcuni singoli, qui, in particolare di Riccardo Montolivo, promosso da quest’anno a capitano.

Ancora lungi dall’essere quello visto lo scorso anno, con tante attenuanti dovute agli infortuni ed al conseguente ritardo di condizione, va però rimarcato come mecoledì sera, quando ci si attendeva un salto di qualità non fosse altro che per le sue doti tecniche, sia invece rimasto un poco di amaro in bocca ai tifosi rossoneri. Non certo una prestazione memorabile la sua, al pari di alcuni suoi sodali per la verità, ma tant’è: Riccardo non decolla, non dimostra di essere un top player.

Tanti palloni toccati e recuperati, in ogni caso sempre meno di De Jong; mai un guizzo, sempre sottotono, nessun lancio preciso a smarcare gli attaccanti. In genere sono sfide come queste a tirar fuori quel qualcosa in più da ciascuno, al di là delle difficoltà oggettive e pure contingenti, quali il dover sottostare ad una norma non scritta che vede il Milan subire almeno un rigore contro quando passa da Barcellona (il più delle volte concesso molto più che generosamente) o un’interpretazione diversa dei falli (con conseguente gestione dei cartellini, vedasi Mascherano) e del fuorigioco (Busquets…), perché alla fine sono le poche partite che si ricordano nella carriera di un calciatore. No, né questa né altre, sono riuscite a far sì che Montolivo “ruggisse” in campo.

La fascia al braccio poi dovrebbe costituire un ulteriore stimolo, un riconoscimento di personalità trainante per tutti.

Spiace doverlo rimarcare, ma non è stato affatto così; quando ci sono discussioni con l’arbitro su questioni attinenti la direzione di gara, è il capitano ad interloquire, magari anche a muso duro: non è il caso di Riccardo, il quale, tanto per citare un esempio, a Parma ha lasciato che Parolo spostasse abbondantemente la palla avanti. Non basta la tecnica a fare di un calciatore un campione o un fuoriclasse; occorrono anche i “cosiddetti” da mostrare al tempo giusto. Franco Baresi incuteva timore e rispetto con un solo sguardo; Gattuso lo faceva anche senza fascia; Montolivo?

[Enrico Soffientini – Fonte: www.ilveromilanista.it]