Ma ciò che ha fatto più imbestialire Allegri e non solo è la scarsa concentrazione e motivazione palesemente dimenticate negli spogliatoi dall’ex Caen. Va bene che è un ragazzo di appena diciotto anni, ma se vuoi giocare ad alti livelli nel Milan almeno l’impegno e la voglia di far bene non devono mancare, specie in una partita delicata per le sorti del Campionato come quella contro il Napoli.
Sia in fase offensiva che in quella difensiva Niang è stato assente, come se non fosse mai sceso in campo e i continui richiami ed urla di Allegri ne sono stati la conferma. Sembra che da quando il suo posto da titolare sia venuto meno, abbia perso quella spensieratezza e convinzione dei propri mezzi. Un cambio di rotta rispetto ai primi due mesi del 2013 dunque c’è stato, ma purtroppo non in positivo.
Alla vigilia di ogni partita il ballottaggio con Boateng è d’obbligo, peccato però che da ormai un mese e mezzo a questa parte la spunti sempre il ghanese, relegando il francese alla panchina. Per un ragazzo di quell’età perdere il posto da titolare non deve far molto piacere, vero. Ma questo non è il momento di abbassare la guardia e pensare solo a se stessi.
Nelle sei partite conclusive ciò che importa è il bene della squadra, trascinare il Milan verso la qualificazione alla prossima Champions League. Impegno e massima concentrazione sono le prime cose che l’allenatore chiede ai suoi nei prossimi appuntamenti. E con suoi si intende anche M’baye Niang: il ragazzo ha tecnica e futuro davanti a sè, ma, come sempre, alla fine ciò che conta per diventare un grande giocatore è la testa.
[Isaac Cozzi – Fonte: www.ilveromilanista.it]
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