Nubi minacciose si addensano sull’orizzonte rossonero. Le prime due ottime partite, che tanto bene avevano fatto al morale dei tifosi, sono state spazzate via dalle tre successive: una sconfitta, seppur di misura e contro la Juventus, e soprattutto i due pareggi con Empoli e Cesena. Ma più che il risultato – comunque deludente -, al termine di questa doppia sortita sui campi delle neopromosse quel che preoccupa maggiormente i rossoneri è stata il livello della prestazione vera e propria. Approccio mollo con i toscani ed incapacità di completare la rimonta coi romagnoli nonostante un netto predominio di campo, queste le accuse mosse alla squadra e ovviamente al tecnico. Due partite quasi opposte, accomunate però – oltre che dal risultato – dalla caratura non eccelsa dell’avversario e dalla necessità di ritrovarsi, pronti-via, a dover rimediare allo svantaggio. A pensarci bene, però, forse un’altra similitudine si può fare.
La partita di Empoli passerà alla storia come la goccia che ha fatto definitivamente traboccare il vaso della pazienza dei tifosi nei confronti di Bonera. Mai veramente amato, negli anni il buon Daniele ha saputo conquistarsi un rinnovo dopo l’altro, passando nel giro di una decade da rincalzo dei vari Nesta, Maldini, Thiago Silva a vestire la fascia di capitano in campo – e quella immaginaria di senatore nello spogliatoio. Un caso emblematico, che illustra una volta di più il declino del calcio italiano. Niente di personale, s’intende: Bonera è, è stato e sempre sarà un grande atleta e un discreto giocatore. Senza dubbi. Ma, obiettivamente, da qui a diventare un vero e proprio totem del club più titolato al mondo… Perché, a Cesena? Il gol del vantaggio di Succi – quasi duemila minuti di astinenza in Serie A fine a quel momento, DUEMILA – non è stato forse causato da un errore personale di un altro dei senatori, ovvero Christian Abbiati? Due partite segnate da errori dei singoli, quindi. Attenzione però, su questo punto occorre fare chiarezza: segnate non significa decise. Lo ripetiamo una volta per tutte: il Milan non ha pareggiato ad Empoli per colpa di Bonera, tantomeno non ha vinto a Cesena a cause dell’errore Abbiati. O almeno, non esclusivamente.
Gli errori dei singoli possono indirizzare le partite. Soprattutto se, queste partite, sono giocate da una squadra fragile come la nostra, in piena ricostruzione e ancora alla ricerca di se stessa. Secondo voi, se domenica al posto nostro ci fosse stata la Juve e quella papera l’avesse commessa Buffon, come sarebbe finita la gara? Ve lo dico io: l’avrebbero sbranata. Letteralmente. E non solo per un’evidente superiorità tecnica: è l’atteggiamento, la mentalità che fa la differenza. Quella scintilla che, subito dopo aver subito un colpo da k.o., fa dire ai pugili : “Guardami, sono ancora in piedi! Non mi hai fatto niente, vieni qua che ora ti sistemo io”. La convinzione nei propri mezzi, prima ancora dell’effettiva superiorità tecnica. Qualcuno davvero pensa che siamo più scarsi di Empoli e Cesena? Beh probabilmente ai nostri ragazzi, subito dopo il due a zero di Tonelli, qualche dubbio sarà venuto. Ed è proprio qui che deve lavorare di più mister Inzaghi. Perché questo Milan ha tutto per poter ambire al podio, e sta a SuperPippo riuscire ad instillare nei suoi ragazzi anche solo una goccia della sua voglia matta. Solo così questo Milan può sperare in qualcosa di più dell’ennesima stagione grama.
[Anthony Esposito – Fonte: www.ilveromilanista.it]