Il Milan di Allegri corre molto. Non si tratta però di una rincorsa continua e affannosa all’avversario, bensì di un complesso di movimenti collettivi che esaltano la squadra. Se il Milan “Ibra-dipendente” era dei pieni, con l’apriscatole centrale pronto a favorire l’inserimento dei trequartisti, l’attuale Milan è dei vuoti. Vuoti rappresentati dal continuo movimento degli interpreti, dalla sovrapposizione sugli esterni, le transizioni offensive e le improvvise giocate verticali negli spazi da coprire.
Una squadra moderna che fa dell’attitudine positiva di ogni singolo calciatore la propria forza. Una squadra più “democratica” del passato” nella quale è l’accantonamento delle esigenze personali a determinare la fortuna del collettivo così come dei singoli.
IL “FARAONE” ARMA IN PIÚ – Che il Milan avesse trovato un piccolo Campione era ormai sotto gli occhi di tutti. Ma che Stephan El Shaarawy potesse diventare nel giro di così poco tempo l’uomo in più di questa squadra, decisivo praticamente in ogni partita, era difficile da immaginare. E invece il piccolo Faraone si conferma sempre più il futuro del Milan e del calcio italiano, un giocatore a tutto campo in grado di sopportare al meglio le due fasi, facendo ammattire gli avversari con la sua velocità e i suoi tagli.
Ieri sera ha dato l’ennesima dimostrazione di forza: nei primi 15 minuti era imprendibile, i difensori della Lazio non riuscivano a fermarlo e per ben due volte ha rischiato di bucare la porta di Marchetti. Al 17′ poi l’episodio che ha cambiato la partita: Stephan punta la difesa avversaria si incunea in area e viene atterrato da dietro da Candreva. Rosso per il laziale e Milan in 11 contro 10 per più di 70 minuti. Un grazie ad El Shaarawy che con la sua giocata ha mandato in crisi il reparto difensivo biancoceleste costringendolo al fallo da espulsione.
Finita qui, macchè. Sul vantaggio rossonero è lo stesso Faraone che si avventa sulla respinta di Marchetti anticipando Pereirinha e dando la possibilità a Pazzini di scaraventare la sfera in rete. Nella ripresa, a partita chiusa, il ventenne italo-egiziano cerca in tutti i modi la via del gol non riuscendovi e nel finale ha ancora energie per offrire un pallone d’oro al giovane Niang che centra la traversa. Concludendo, l’ennesima partita superlativa del Faraone, senza di lui questo Milan non sarebbe lo stesso.
[Lavelli/Cozzi – Fonte: www.ilveromilanista.it]
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