Con sette punti in tre gare il Milan è tornato prepotentemente in corsa per un posto in Europa League. Appena due settimane fa tutto ciò sembrava utopia, con i rossoneri invischiati nei bassifondi della classifica, incapaci di interrompere una serie infinita di sconfitte e con l’ambiente circostante in totale subbuglio. Adesso, nonostante si galleggi ancora in acque poco consone al blasone rossonero, l’umore è del tutto diverso: sembra essere stata finalmente ritrovata una certa serenità ed il morale è tornato alto come non lo era da tempo. Quattro dei sette punti arrivati nelle ultime tre gare sono stati raccolti in trasferta, sui campi di Lazio e Fiorentina, quando fin lì i rossoneri avevano racimolato appena tredici punti lontano da San Siro. Grazie a questi risultati il gap dal sesto posto occupato dal Parma (l’ultimo utile per guadagnarsi l’Europa) si è restrinto a soli cinque punti. Sono invece sette quelli che separano i rossoneri dall’ Inter, quinta in classifica.
Siamo tutti d’accordo che un posto in Europa sia l’obiettivo primario da raggiungere, ma uno sguardo particolare agli odiati cugini nerazzurri non lo si nega mai. Perché, si sa, il Derby è Derby, 365 giorni l’anno, “twenty-four/seven” come dicono gli americani, mica gli indonesiani… Scoccia sempre un po’ stare dietro ai cuginastri, vuoi per disabitudine, vuoi per diritto di anzianità, vuoi perché non è da Milan arrivare dietro a quelli là. Il rossonero più passionale e “derbycentrico“ questa cosa la soffre particolarmente e non si capacita nel vedere in classifica l’Inter più in alto del Milan: è un concetto che non concepisce, che non vuole realizzare né tantomeno accettare. Quei sette punti di differenza non vanno giù ai sostenitori del Diavolo, quasi unanimemente convinti che il divario reale tra le due squadre non sia così ampio come raccontato impietosamente dai numeri. Ben sette lunghezze: e pensare che la forbice si è restrinta considerevolmente nelle ultime tre partite, passando dai -12 accumulati dopo la sconfitta con il Parma ai – 7 attuali, grazie al ritrovato vigore rossonero e ai balbettii della banda Mazzarri. Forse è ancora prematuro e inopportuno poter parlare di “Inter nel mirino” e sogni di sorpasso-beffa: la realtà è che il Milan deve ancora risalire la china e provare a raggiungere con le unghie e con i denti il sesto posto, passando stabilmente quanto prima nella parte sinistra della classifica.
Calendario alla mano, visti anche i momenti diametralmente opposti che stanno vivendo le due squadre, la possibilità di raggiungere i concittadini potrebbe non essere però del tutto irrealistica. Il Milan è in netta ripresa anche dal punto di vista del gioco, che non sarà ancora fluidissimo ma è sicuramente superiore per organizzazione e intensità rispetto a quello a tratti imbarazzante visto solo poche settimane fa. Alcuni elementi della squadra stanno finalmente acquisendo sicurezza e consapevolezza dei propri mezzi e l’affiatamento collettivo sembra migliorare a vista d’occhio: insomma, i frutti della “terapia Seedorf“ sembrano nascere ed i risultati recenti ne sono la prova. L’ Inter invece è da tre partite che non riesce a trovare il successo (due pareggi deludenti con Udinese e Livorno e la sconfitta casalinga con l’Atalanta) ed ha dovuto abbandonare anticipatamente le pur timide speranze di raggiungere il terzo posto. Mazzarri, dopo il rocambolesco pareggio nella sua Livorno (ma, si badi bene, il tecnico è livornese di provincia, di San Vincenzo), è sembrato veramente provato e spazientito dai limiti, più caratteriali che tecnici, della sua squadra. Una sua eventuale riconferma a fine stagione sulla panchina della Beneamata non è per niente scontata ed è legata ai risultati di questo finale di stagione. Un mancato approdo in Europa porrebbe quasi sicuramente fine al rapporto tra il tecnico toscano e i nerazzurri, dopo una sola stagione di matrimonio. La scarsa concretezza sotto porta, qualche problema difensivo e la tragicomica sequela di rigori non fischiati, sta innervosendo non poco l’ambiente nerazzurro (Thohir in primis), con la paura di vivere un altro finale di stagione fallimentare come quello dello scorso anno, nonostante l’inizio, seppur altalenante, non fosse stato assolutamente scadente. I troppi punti buttati al vento dalla formazione nerazzurra in questa delicata fase della stagione, sono un segnale di sicuro poco confortante, a cui tecnico e giocatori dovranno sopperire per non subire spiacevoli sorprese e perdere la ghiotta occasione di rientrare nelle competizioni europee.
Il calendario non va sicuramente in aiuto della squadra di Mazzarri, la quale dovrà affrontare, nelle ultime sette partite, altrettanti avversari per niente docili: l’ Inter è attesa da due trasferte molto dure contro Sampdoria e Parma (anch’esse in corsa per un posto in Europa League), dalle insidiose sfide casalinghe con Bologna, ma soprattutto Napoli e Lazio, dal Derby e da un’ultima giornata a Verona in casa di un Chievo che potrebbe essere costretto alla vittoria per non retrocedere. Sicuramente più abbordabile, ma non per questo meno pericoloso, il calendario del Milan da qui a fine stagione. A parte la trasferta con la Roma e la Stracittadina, quelle che aspettano i rossoneri sono tutte sfide, sulla carta, alla loro portata: impegni casalinghi con Catania, Livorno e Sassuolo in cerca di disperati punti-salvezza e due ostiche trasferte con Genoa e Atalanta (quest’ultima di sicuro la più impegnativa). Toccando tutto il ferro del mondo, il Milan parrebbe avere buone possibilità (però per nulla certe) di scalare altre posizioni, rosicchiare altri punti e tentare un approdo in Europa League che salverebbe di fatto una stagione ben al di sotto delle aspettative. E, perché no, magari raggiungere e sorpassare i cugini dell’altra sponda del Naviglio…
Forse è solo fantasia, forse solo una pazza speranza, forse solo un picco d’entusiasmo dopo tanto soffrire, però in seno ai più ferventi tifosi rossoneri il sogno di riprendere e scavalcare i cugini, in una stagione così avara di soddisfazioni, è forte e vivo. Sogno che potrebbe rimanere tale o trasformarsi in una clamorosa realtà, ma che non è l’obiettivo ultimo della volata finale della stagione rossonera. La corsa è e deve essere sulla sesta posizione e a quel posto nell’ex Coppa Uefa: indipendentemente da chi la occuperà, il Milan ha il dovere di provare a raggiungerla. Giocando con questo carattere e questo piglio la missione è possibile, ma bisogna sperare vivamente che qualcuno là davanti inizi a sentire i morsi della stanchezza o che incappi in una serie di ripetuti passi falsi. La rimonta è fattibile quantomeno nei numeri, ma la spietatezza dei fatti rende quest’ultimi spesso frivoli e astratti. Con costanza e determinazione si può ripetere, in piccolo, un bis della rimonta–Champions della scorsa stagione, ribaltando l’esito di un’annata, fin qui, negativa e problematica. Farlo, sfruttando magari le incertezze dei cugini, ripagherebbe mesi di dolori e sfottò, di figuracce e tristezza, di ironici auguri e “temperature glaciali“. Perché il Derby è sempre il Derby: è rivalità vera, forte, a tratti infantile e irrazionale, fatta di gufate, frecciate e qualche speranza. Manca ancora un mese alla Stracittadina milanese, ma l’aria inizia già a farsi frizzante: l’ideale sarebbe arrivarci con una manciata di punti dall’obiettivo. Che esso sia l’Inter o il sesto posto decidete voi…
[Alessandro Bracci – Fonte: www.ilveromilanista.it]