La soluzione trovata da Massimiliano Allegri dopo mesi di assoluta incertezza tattica sembra, al momento quella che vede nel 3-4-3 il nuovo modulo di riferimento [N.B. sperando di non venire smentiti da nuovi cambi, già visti a Palermo]. E’ una soluzione abbastanza innovativa e a cui nessuno aveva ancora pensato: in molti infatti ipotizzavano l’idea del 4-2-3-1, provato e scartato dopo poche partite per impossibilità di adattare lo schema alla rosa rossonera, o al 4-3-3, ma nessuno aveva ipotizzato questo schieramento. Sotto questo aspetto bisogna dunque dare il merito interamente ad Allegri. Venendo ad un’analisi dello schema tattico, che nella versione rossonera somiglia più ad un 5-4-1 in molte fasi di gioco, posso svolgere alcune considerazioni di carattere personale. Sebbene infatti a me personalmente non entusiasmi la difesa a tre e non facciano impazzire questi moduli che sono venuti di moda negli ultimi anni in Italia, con due giocatori che partono esterni di centrocampo, ma che si abbassano molto in fase di non possesso fino a ricoprire le zone di campo tipiche dei terzini, sono costretto ad ammettere che questo schieramento comporta dei vantaggi. E’ senza dubbio una versione di questo schema più difensiva, in quanto il Milan utilizza sulle fasce giocatori più adatti a difendere che ad offendere; abbinando questo con la scelta del tridente, che prevede già due giocatori larghi in fase di attacco, si arriva ad avere sì qualche sovrapposizione offensiva, ma nella maggior parte dei casi la soluzione comporta che gli esterni aiutano maggiormente difesa e centrocampo.
Questa strategia ha un grosso punto di forza: mette Montolivo nel ruolo ideale per sfruttare al meglio le proprie caratteristiche, e cioè in un centrocampo con due in linea, affiancato da un giocatore “di fatica” che si occupa essenzialmente dell’interdizione. In un Milan dallo scarso livello qualitativo diventa fondamentale valorizzare al meglio le doti dell’unico giocatore che a centrocampo può aggiungere qualcosa alla manovra sotto il profilo della qualità. Nella concezione di Allegri dunque il 3-4-3 contribuisce a dare maggior solidità alla fase difensiva [aggiunge, tirando le somme, un centrale di difesa alla strategia di non possesso] e mette Montolivo, il giocatore incaricato della costruzione della manovra, nelle condizioni ideali per rendere al meglio. In avanti consente ad El Sharaawy di partire nella posizione che predilige, cioè esterno sinistro, ma si dovrà aspettare il miglior Pato e il rientro di Robinho per aggiungere imprevedibilità ed incisività al reparto.
Riguardo invece al discorso Boateng, non credo che quella del Ghanese sia da considerarsi una bocciatura definitiva. Il calciatore è alle prese con un problema al ginocchio che lo ha tenuto lontano dal campo in queste ultime settimane; penso sia principalmente per questo che Boateng sia stato accantonato. Detto ciò, va da sè che come diceva lei il 3-4-3 non prevede nessun ruolo che esalti le doti del calciatore. La mia impressione però è che, come lei sostiene, Allegri non si priverà facilmente del carisma di Boateng e proverà a ricollocarlo tatticamente. Le intenzioni dell’allenatore sono quelle di provarlo esterno nel tridente, soluzione sulla quale nutro forti perplessità; a mio parere Boateng potrebbe giocare al fianco di Montolivo nel centrocampo in linea oppure sull’esterno sinistro, ruolo nel quale la rosa rossonera non brilla certo per talento: sarebbero ovviamente dei riposizionamenti, ma credo che in quei settori del campo Boateng possa dare una mano importante per questa disastrata stagione, con la prospettiva auspicata da molti che da Giugno si parta da zero con un nuovo progetto che coinvolga nuovi giocatori e una nuova strategia di base.
[Alessandro Alampi – Fonte: www.ilveromilanista.it]