Finisce il mercato ed è tempo di bilanci. Economici e previsioni di quelli sportivi. Perché sulla carta puoi avere preso il migliore in circolazione e ceduto il peggiore, ma poi in mezzo ad un campo con un pallone tra i piedi, i giudizi avventati, lasciati scorrere su una tastiera dietro un pc, lasciano il tempo che trovano.
É per questo che cercheremo di parlare nel modo più obiettivo possibile, lasciando al lettore il compito di farsi un’opinione. Il Milan ha ceduto a titolo definitivo: Constant (2,5 mln), Balotelli (20 mln), Cristante (6 mln) e, contabilmente, anche Paloschi (3 mln). Ha dato in prestito: Vilà, Birsa, Matri, Nocerino e Gabriel. Ha restituito, poiché finiti i prestiti: Silvestre e Taarabt. Mentre sono andati in scadenza di contratto o comunque sono stati ceduti a zero: Kakà, Emanuelson, Robinho e Traorè, Coppola e Amelia. Escludendo il mercato dei giovani, per dodici giocatori (più uno) andati via, ne sono arrivati dieci (più uno, Rami, che è entrato e uscito nelle stessa sessione di mercato). Gli unici esborsi economici sono stati per Saponara (1 mln), Poli (4 mln, di cui 2,5 cash e circa 1,6 corrisposti valutando la seconda metà del cartellino di Salamon), Rami (4,25 mln), Albertazzi (0,5 mln) e Bonaventura (5 mln più eventuali 2 di bonus). Agazzi, Alex, Menez e Diego Lopez sono arrivati a parametro zero. Torres, Armero (0,5 mln) e Van Ginkel (0,4 mln che potrebbero diventare 0,6 o zero a seconda delle presenze del giocatore) in prestito. Mentre Niang è tornato alla base dopo l’esperienza al Montpellier.
Economicamente è difficile fare i conti in tasca al Milan. Tra ammortamenti dei giocatori e pagamenti dilazionati (vedi i soldi che il Milan deve ancora al Manchester City per Balotelli) non è dato sapere l’effettivo saldo netto della dirigenza di Via Aldo Rossi. Ciò che si può facilmente calcolare, anche se di per sé non ha nessun significato economicamente rilevante per trarre delle conclusioni, è il flusso di denaro netto tra le operazioni in entrata e quelle in uscita. Con 33,1 milioni incassati e soltanto 15,7 spesi (a cui potrebbero aggiungersi i 2 milioni di bonus per Bonaventura e sottrarsi 400 mila euro o aggiungersene 200 mila a seconda delle presenze di Van Ginkel), il Milan ha un “attivo” di 17,4 mln. Conclusioni affrettate come “perché non hanno reinvestito questi soldi?” lasciano il tempo che trovano. Per fare un esempio, dei 20 milioni incassati per la cessione di Balotelli, più di 10 il Milan deve versarne nelle casse del Manchester City, anche se, grazie all’iscrizione in bilancio dell’ammortamento del cartellino del giocatore, la società rossonera ha realizzato una plusvalenza di circa 4 milioni di euro. Ciò che preme considerare è che, più che in una logica di risultato di gestione, il Milan soffre maggiormente in termini di liquidità a breve. Il capitale circolante netto della gestione 2013 è stato infatti fortemente negativo in quanto le passività correnti superavano di oltre tre volte le attività correnti.
Dal punto di vista prettamente calcistico e di ingaggio, le sliding sono state le seguenti. Fuori Coppola (0,2 mln), Gabriel (0,5) e Amelia (1 mln) dentro Agazzi (1 mln) e Diego Lopez (2,5 mln). In difesa escono tre laterali e ne entrano due, esce un centrale e ne entra un altro. Via Constant (1 mln), Silvestre (1,1 mln), Emanulson (1,1 mln), e Vilà (0,6 mln) dentro Alex (2,5 mln), Albertazzi (stipendio non conosciuto) ed Armero (non è dato sapere quanto guadagnerà, ma dovrebbe trattarsi di una cifra inferiore ai 3 milioni di euro a stagione). Nella zona mediana del campo il Milan ha lasciato andare Traorè (1,2 mln), Nocerino (1,5 mln), Birsa (0,6 mln) e Cristante (0,24 mln) prendendo Van Ginkel (stipendio non conosciuto), Bonaventura (all’Atalanta prendeva 0,8 mln, ragionevolmente al Milan supererà il milione di euro) e riscattando Poli (1,3 mln). Nel reparto offensivo sono usciti Robinho (4 mln), Taarabt (1,5 mln), Matri (2,5 mln), Balotelli (4 mln) e Kakà (4 mln) e sono arrivati Menez (attorno ai 3 mln), Niang (0,8 mln) e Torres (4 mln).
Da prendere con le pinze i dati riguardanti gli stipendi in quanto il Milan, anche se ha o ha avuto giocatori in prestito, potrebbe corrispondergli comunque una parte dell’ingaggio. Un esempio al riguardo può essere quello di Gabriel al Carpi: il suo stipendio al Milan è di mezzo milione a stagione, cifra fuori budget per una squadra di Lega Pro. Il saldo degli stipendi, comunque, è nettamente positivo. Anche in questo caso è dovuto fare le opportune considerazione. La prima, banale, è che i giocatori in uscita sono maggiori di quelli in entrata. La seconda è già stata fatta, in quanto non è dato sapere le cifre precise degli ingaggi pagati. La terza è che, data la cifra percepita, l’impatto sul bilancio è diverso a seconda degli anni di contratto. Per fare un esempio possiamo prendere il caso di Amelia e Agazzi. É vero che i due portieri hanno lo stesso stipendio, ma un conto era avere iscritto in bilancio Amelia ad 1 milione di euro in scadenza ed un conto è avere Agazzi alla stessa cifra per altri tre anni.
Tra nomi chiacchierati – Rabiot su tutti – e trattative saltate – prendere Biabiany e cedere Zaccardo – il Milan ha chiuso il mercato con dodici nuovi acquisti. Un’intera squadra titolare che da sola potrebbe puntare forse all’Europa League: Diego Lopez (Agazzi); Albertazzi, Alex, Rami, Amero; Bonaventura, Van Ginkel, Poli; Saponara, Torres, Menez.
A tutti i nomi sopracitati c’è da aggiungere che verrà aggregato in Prima Squadra Hachim Mastour, che insieme a Niang potrà essere utilizzato e valorizzato come sostituto di Biabiany.
[Pier Giorgio Bianchi – Fonte: www.ilveromilanista.it]