Milan: la cronostoria degli ultimi tecnici rossoneri

“Vincere attraverso il bel gioco”, un po’ come dire: l’estetica al servizio della sostanza. É sempre stato questo il diktat rossonero da quando, nel 1986, Silvio Berlusconi rilevò il Milan dall’allora proprietario Farina con l’intento di farne una delle squadre più vincenti nella storia del calcio. Da quel momento iniziò un’epoca del tutto nuova per la squadra milanese che fu capace di giocare a tratti il calcio migliore d’Europa e ha lanciato alcuni tra i più grandi allenatori della storia di questo sport.

Venendo per un attimo ai giorni nostri, il caso che sta attirando l’attenzione di tutti i mass media in questo inizio di mercato estivo è quello legato al futuro allenatore del Milan. La storia è arcinota: Galliani spinge per la riconferma dell’allenatore toscano, ma Berlusconi sembra orientato verso uno di quei colpi di teatro che lo hanno reso noto nell’ambiente e vorrebbe affidarsi ad un nome nuovo per la panchina, ovvero Clarence Seedorf, curriculum: nemmeno un giorno da allenatore in nessun club al mondo. Riavvolgendo il nastro della storia del Milan Berlusconiano però, ci accorgiamo che in molti casi gli allenatori del club di Via Turati hanno rappresentato scommesse più o meno grandi, che hanno avuto fortune alterne: è un fatto però che il Milan non abbia mai avuto sulla propria panchina un tecnico che prima di allenare i rossoneri avesse avuto esperienze da allenatore in altri grandi club (eccetto Ancelotti, che però non vinse nulla con la Juventus). Insomma, da sempre il Milan Berlusconiano è stato più una scuola per allenatori promettenti che una vetrina per manager già affermati: alcune volte andò bene al club, altre volte i risultati ottenuti furono meno esaltanti. Ripercorriamo quindi la storia degli allenatori che si sono seduti sulla panchina del Milan da Sacchi ad Allegri, cercando di capire la loro sorte e chi li avesse scelti, per capire quali scommesse di Berlusconi hanno pagato e quali invece no nel corso degli anni.

ARRIGO SACCHI

Voluto da: Silvio Berlusconi e Adriano Galliani

Squadra Precedente: Parma (in serie B)

Il tecnico di Fusignano è il primo uomo scelto per guidare l’armata rossonera che Berlusconi stava pian piano allestendo dopo l’esonero di Niels Liedholm ed una fase di iniziale transizione. In quel momento si trattava a tutti gli effetti di una grande scommessa perché Arrigo Sacchi non aveva mai allenato un club di Serie A: aveva condotto però un’ottima stagione in serie cadetta con un Parma che aveva portato alla immediata promozione l’anno precedente dalla serie C1. La partita del destino fu una sfida di Coppa Italia dove il Parma riuscì proprio ad eliminare i rossoneri attraverso un calcio basato sul pressing e la difesa a zona che colpì immediatamente Berlusconi. Dopo una fase iniziale dove Sacchi non sembrava avere le redini dello spogliatoio, e dopo un celebre discorso di Silvio Berlusconi alla squadra che fece capire ai senatori rossoneri che Sacchi non sarebbe mai stato messo in discussione, il Milan cambia marcia e regala al mondo un ciclo di vittorie in campo internazionale che lo portarono ad essere considerato una delle squadre più forti di tutti i tempi. Sacchi lasciò i rossoneri nel 1991, per cimentarsi in un’ambiziosa avventura alla guida della nazionale Italiana e preparare al meglio il mondiale del 1994, manifestazione nella quale cedette il passo al Brasile solo ai rigori finali.

FABIO CAPELLO

Voluto da: Silvio Berlusconi

Squadra Precedente: Nessuna (Dirigente sezione hockey della polisportiva Mediolanum)

L’uomo scelto per sostituire la scommessa Sacchi è una scommessa se vogliamo ancor più grande. Capello aveva allenato dal 1982 al 1986 il Milan primavera e fece da traghettatore dopo l’esonero di Niels Liedholm per le ultime 6 giornate del campionato 1986/1987, ma poi sembrò voler cambiare il corso della propria carriera e sedersi dietro ad una scrivania. La scelta di Slvio Berlusconi fu accolta da grande scetticismo in un primo momento, poichè a Capello si rimproverava il fatto di non avere grande esperienza da allenatore e pareva a tutti come un uomo della società, senza la personalità necessaria per prendere decisioni in autonomia. Capello fece prontamente ricredere tutti e diede vita ad un secondo ciclo di vittorie, questa volta più in campo nazionale che internazionale (anche se la partita che lo consegna definitivamente alla storia rossonera è la finale del 1994 di Coppa Campioni contro il Barcellona ndr). Lascia il Milan per trasferirsi al Real Madrid per propria scelta personale: in quel momento infatti Capello giudicò il proprio ciclo finito e preferì trovare nuovi stimoli in un’avventura del tutto nuova e ambiziosa alla guida della squadra spagnola.

OSCAR W. TABAREZ

Voluto da: Adriano Galliani e Ariedo Braida

Squadra Precedente: Cagliari

Il sostituto scelto dalla dirigenza rossonera per prendere il posto di Capello fu Oscar Tabarez, che l’anno prima sbarcò in Italia dal Sudamerica e condusse il Cagliari ad un onorevole nono posto in campionato. Galliani e Braida alla presentazione si fregiarono di aver compiuto personalmente la scelta del nuovo condottiero, ma ben presto si capì che non si trattava di una scelta vincente come le due precedenti: il Milan parte malissimo in campionato, e dopo solo 11 giornate Tabarez viene esonerato. I rossoneri decidono di richiamare Sacchi per provare a risollevare le sorti di quel campionato ma non fu abbastanza: fu una delle peggiori stagioni dell’era Berlusconi.

ALBERTO ZACCHERONI

Voluto da: Adriano Galliani

Squadra Precedente: Udinese

Dopo la stagione 1997-1998, anno in cui il Milan richiamò Fabio Capello ma non riuscì lo stesso a vivere una stagione da protagonista, il Milan decide di cambiare rotta. I ritorni di Sacchi e Capello, voluti da Berlusconi, non hanno prodotto risultati e allora Galliani, alla ricerca di una nuova ispirazione, nota che l’Udinese stava regalando alla Serie A un calcio innovativo, basato sul 3-4-3 e su una torre offensiva, Oliver Bierhoff che presto seguirà Zaccheroni al Milan. Il tecnico di Cesenatico parte benissimo e centra lo scudetto al primo anno in rossonero (nella stagione del centenario) con una eccezionale rimonta compiuta ai danni della Lazio, inanellando 7 vittorie nelle ultime 7 partite. Nonostante questo, è oggetto in numerose occasioni di critiche da parte del proprio presidente, che è in aperto contrasto con il credo tattico dell’allenatore. La seconda stagione Zaccheroni non vince la Supercoppa Italiana e conclude il campionato al terzo posto, mentre durante il terzo anno alla guida del Milan viene esonerato dopo l’eliminazione in Champions League. Cesare Maldini e Tassotti guideranno il Milan fino alla fine dell’anno, regalando ai tifosi la celebre vittoria per 6 a 0 nel Derby ai danni dell’Inter.

FATIH TERIM

Voluto da: Adriano Galliani, Ariedo Braida

Squadra Precedente: Fiorentina

La stagione seguente il Milan parte con grandi ambizioni: Adriano Galliani decide di puntare sull’allenatore Turco Terim e grazie ad una imponente campagna acquisti mette a disposizione del tecnico una squadra di tutto rispetto. Terim era stato negli anni precedenti una vera e propria bestia nera del Milan, che negli anni passati incrociò diverse volte le squadre allenate dal turco, uscendone sempre sconfitto. In sole 10 giornate però si capisce che Terim non è l’uomo adatto a guidare i rossoneri e viene esonerato: al suo posto subentra Carlo Ancelotti.

CARLO ANCELOTTI

Voluto da: Silvio Berlusconi, Adriano Galliani

Squadra Precedente: Juventus

Carlo Ancelotti è uno dei pochi nomi sui quali c’è stata la convergenza delle volontà di Berlusconi e Galliani: il nome metteva d’accordo tutti per il glorioso passato in rossonero dell’allenatore di Reggiolo. Anche Ancelotti rappresenta a modo suo una scommessa, perchè pur avendo avuto a disposizione una squadra di tutto rispetto come la Juventus per due anni, si piazzò per due volte di fila secondo in campionato, conquistandosi così la fama di eterno secondo. Il Milan rappresenta quindi l’ultima occasione per Ancelotti di dimostrare al mondo intero di essere in grado di vincere con una grande squadra, ed è anche l’ultima occasione per il Milan, a secco di risultati veramente importanti da ormai molto tempo. Grazie anche ad un restyling profondo della rosa, Ancelotti avvia un ciclo che regala grandi vittorie al Milan sia in campo nazionale che internazionale. Negli ultimi anni però il rapporto con Berlusconi inizia a incrinarsi per la scelta tattica di Ancelotti di affidarsi al 4-3-2-1, modulo che non riscuoteva il gradimento del presidente. Al termine della stagione 2008-2009 Ancelotti e il Milan rescindono il contratto che li lega consensualmente, alla ricerca di nuovi stimoli e avventure.

LEONARDO DE ARAUJO

Voluto da: Silvio Berlusconi, Adriano Galliani

Squadra Precedente: Nessuna (dirigente Milan)

Per sostituire un grande predecessore come Ancelotti, Silvio Berlusconi decide di affidarsi un’altra volta al proprio istinto e svolge insieme ad Adriano Galliani un’opera di convinzione nei confronti di Leonardo, ex giocatore rossonero che da qualche tempo risultava nei quadri dirigenziali rossoneri. Il brasiliano, che si era distinto come un grandissimo osservatore per quanto riguardava il mercato verdeoro, si lascia convincere ad intraprendere questa nuova avventura: si dimostra un buon allenatore dopo una prima fase disastrosa, e contende lo scudetto all’Inter fino agli infortuni di Nesta e Pato. Ma si dimostra anche uomo troppo di rottura, non riuscendo a gestire la fine del ciclo dei senatori rossoneri con intelligenza. Si inimica lo zoccolo duro dello spogliatoio e lo stesso Presidente del Milan, da sempre molto legato ai calciatori del ciclo di Ancelotti. A fine stagione la separazione dunque è brusca e condivisa da entrambe le parti.

MASSIMILIANO ALLEGRI

Voluto da: Adriano Galliani

Squadra Precedente: Cagliari

Per sostituire il Brasiliano Silvio Berlusconi si lascia convincere dall’idea di Adriano Galliani, che a dire la verità già la stagione precedente aveva provato a proporre Allegri al suo Presidente, che però aveva preferito giocare la carta Leonardo. Insieme al tecnico che aveva disputato due ottimi campionati alla guida del Cagliari (riuscì a battere, tra le altre, la Juventus a Torino ndr) arrivarono al Milan campioni del calibro di Ibrahimovic e Robinho, e il tecnico centrò lo scudetto al primo anno di Milan, proprio come Zaccheroni. Purtroppo con quest’ultimo condivide anche un rapporto burrascoso con Berlusconi, che non condivide l’approccio del tecnico ad alcune partite e lo critica in più occasioni, sopratutto dopo il campionato perso l’anno scorso a discapito della Juventus di Antonio Conte.

In questi giorni si sta discutendo il destino dell’allenatore, che sembra già avere tra le mani un accordo con la Roma: attendiamo quindi di capire quale sarà il prossimo capitolo di questa storia, fatta di scommesse vinte e di scommesse meno fortunata, ma in ogni caso fatta sempre e solo di scommesse.

[Alessandro Alampi – Fonte: www.ilveromilanista.it]

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