Il match di sabato contro il Verona, oltre ad essere stato un preoccupante campanello di allarme in vista del ritorno del playoff di Champions League contro il PSV Eindhoven e di tutta la stagione appena iniziata, ha riproposto l’enigma relativo al ruolo nel quale Massimiliano Allegri schiera Urby Emanuelson, riassumendolo in meno di mezz’ora.
Emanuelson è arrivato al Milan nel gennaio 2011 come giocatore capace di coprire tutti i ruoli sulla fascia sinistra, dal terzino all’attaccante esterno. Fin da subito però Massimiliano Allegri, quasi “ingolosito” dalla duttilità del giocatore olandese, ha iniziato a schierarlo in zone sempre più centrali del campo, prima come mezz’ala e poi come trequartista. Nella stagione 2011-2012, Emanuelson ha conquistato un ruolo sempre più importante nelle gerarchie del tecnico livornese, collezionando ben 42 presenze complessive. Ma è nella stagione scorsa che il peregrinare per il campo di Urby ha raggiunto il livello massimo: con il passaggio al tridente offensivo, Allegri ha infatti allontanato ulteriormente (e, secondo molti, inspiegabilmente) l’ex giocatore dell’Ajax dalla fascia sinistra, trasformandolo in attaccante esterno destro. In questo ruolo Emanuelson, continuamente costretto a rientrare sul piede sinistro perdendo tempi di gioco, è sempre parso spaesato e le sue prestazioni sono state deludenti, tanto da indurre la società a mandarlo in prestito per sei mesi al Fulham.
A giugno torna alla base e, finalmente, sembra poter trovare spazio come terzino sinistro: Allegri lo schiera in quel ruolo con continuità nelle partitelle, nelle amichevoli e perfino nel primo impegno ufficiale contro il PSV Eindhoven. Urby avrà finalmente trovato la sua dimensione? Macché: ecco che a Verona, al 64’ minuto e con il Milan sotto di un gol, Allegri lo manda in campo al posto di Niang, cioè come esterno destro del tridente offensivo. Ma non è finita qui: dopo soli 13 minuti (durante i quali Emanuelson, fuori ruolo, combina poco) viene dirottato in difesa sulla fascia sinistra al posto di Constant, richiamato in panchina per far posto a Robinho. Nell’ultimo quarto d’ora giocato da terzino il risultato non cambia: Emanuelson, sebbene in un ruolo a lui più adatto, non riesce, come tutta la squadra, a cambiare ritmo e a ribaltare la partita.
Viene però naturale chiedersi come possa un giocatore, pur duttile e disponibile al sacrificio, entrare davvero negli schemi e nei meccanismi di una squadra se non riesce a trovare continuità in un ruolo: infatti, dopo un precampionato passato a “studiare” da terzino sinistro, entrare in campo a partita in corso come attaccante destro non deve essere semplice; inoltre, cambiare nuovamente ruolo dopo pochi minuti sembra essere indice di una confusione tattica che non aiuta né a vincere la singola partita (e il risultato finale di Verona lo dimostra) né a creare un gioco che la squadra possa riproporre in futuro. La speranza è quindi che Allegri trovi ad Emanuelson una sistemazione definitiva che tenga conto delle sue caratteristiche e al contempo le valorizzi al massimo, evitando invece girandole di ruoli che rischiano solo di essere controproducenti per la squadra e per il giocatore.
[Federico Giuffè – Fonte: www.ilveromilanista.it]