FORMAZIONI – Pioli scioglie i nodi, il tempo dei ballottaggi è giunto all’epilogo. Marchetti è out per infortunio, tra i pali è scontata la presenza di Etrit Berisha. Nell’ormai consueto 4-3-3, la retroguardia è la stessa ammirata contro il Bassano Virtus: Basta, De Vrij, Cana e Radu formano il quartetto difensivo. Davanti a loro, Biglia si piazza cabina di regia, ai suoi lati agiscono Parolo e Lulic. Il tridente è quello di rejana memoria con Candreva da una parte, Keita dall’altra e il campione del mondo Miroslav Klose al centro. Formazione speculare per il Milan di Inzaghi, che affida l’offensiva rossonera a Honda, Menez (nelle insoliti vesti di falso nueve) ed El Shaarawy
PRIMO TEMPO – San Siro sullo sfondo, la Scala del calcio prende il posto delle montagne di Auronzo e della serafica Marienfeld. Si fa sul serio, è la prima giornata di campionato, è il battesimo della Lazio di Pioli. Candreva prova subito a benedire la nuova stagione, scatta sull’out di destra e arriva sul fondo dopo una manciata di secondi dal fischio d’inizio, ma il suo cross è mal calibrato. La retroguardia biancoceleste è alta, altissima. Dopo soli sette minuti ne approfitta El Shaarawy, che si beve De Vrij e illumina con l’esterno Honda, tutto solo davanti a Berisha. Piatto destro di prima intenzione del giapponese, la sfera buca le lunghe leve dell’ex Kalmar e si insacca in rete. Rossoneri in vantaggio alla prima incursione, la Lazio stenta a incassare il colpo e va in confusione. La manovra è imprecisa, le redini del centrocampo sfuggono di continuo dalle mani di Biglia. Pioli si sgola, la sua creatura ha già smarrito la retta via. Il primo tiro in porta dell’Aquila arriva solamente al minuto 29′. Anzi, è un tiro-cross quello di Candreva, buono solo per l’autostima di Diego Lopez. Lulic è l’unico dei suoi che appare voglioso di riacciuffare il Diavolo, Keita è l’ombra di sé stesso, le gambe di Parolo non girano mentre sui piedi di Klose latitano le occasioni da rete. I padroni di casa si affidano continuamente al Faraone, per Basta e De Vrij il cliente è dei più scomodi.
SECONDO TEMPO – Nessun cambio tra i ventidue in campo, Inzahi e Pioli danno fiducia agli stessi interpreti osservati nella prima frazione di gioco. La Lazio fa la partita, eppure Diego Lopez non compie un intervento che sia uno. Bada al sodo, invece, il Milan. Abate si libera di Radu sulla destra e crossa in area, Muntari in spaccata fredda un incolpevole Berisha. Statica – per usare un eufemismo – la difesa biancoceleste, con De Vrij e Parolo che si dimenticano del ghanese. Pioli corre ai ripari, fuori Klose e Keita, dentro Djordjevic e Felipe Anderson. La scossa tanto attesa non arriva, il debutto di De Vrij nel campionato italiano comincia ad assumere i contorni di un incubo. L’ex Feyenoord atterra Menez e si becca il giallo. Un minuto dopo il duello si rinnova, questa volta in area di rigore. Il fantasista francese non fa nulla per rimanere in piedi, De Vrij è ingenuo e per Tagliavento non ci sono dubbi: è calcio di rigore. Che lo stesso transalpino realizza spiazzando Berisha. Il Milan è sopra di tre reti, ma continua a chiedersi perché. A testa bassa, la Lazio si rituffa in avanti, prova almeno a salvare la faccia. Alex le dà una mano, quando al 67′ devia nella propria porta un cross innocuo di Candreva. Il Diavolo si disunisce, ma di fronte a sé ha la fortuna di avere una squadra che pecca incredibilmente di freddezza sotto porta. De Vrij prima e Mauri poi, falliscono l’occasione di rendere entusiasmanti gli ultimi minuti di gara. Se poi anche Candreva si divora il penalty del potenziale 3 a 2 a pochi istanti dal triplice fischio, è chiaro a tutti che niente e nessuno può rovinare la festa di Inzaghi.
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[Andrea Centogambe – Fonte: www.lalaziosiamonoi.it]
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