Milan: mercato ancora in ombra ma segnali incoraggianti sulla preparazione atletica

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logo-milanCome ormai anche i sassi sanno, il mercato del Milan ruota intorno ai nomi di Honda e Ljajic per quel che riguarda le entrate, e Boateng in uscita. Intorno a questi argomenti si è scritto di tutto e di più: insomma un mercato povero (eufemismo) e spesso criticato, anche da questa penna.

Nonostante però il calciomercato sia ancora aperto per quasi un mese, e il campionato sia ancora lontano venti giorni, mettiamo un attimo da parte l’interesse per le trattative di agosto e parliamo di calcio giocato. Questo pre-season, ha scaricato sul tifo rossonero una valanga di belle speranze e di motivi per non abbattersi nonostante il mercato pietoso.

Partiamo dalla condizione atletica: visti gli imminenti playoff di Champions League, si era più volte detto che il Milan avrebbe cambiato preparazione per farsi trovare fisicamente pronto per l’impegno (al contrario dei precedenti anni di gestione Allegri, in cui le gambe iniziavano a girare a mille verso fine ottobre inizio novembre). Tra il dire e il fare c’è spesso di mezzo il mare, ma questo Milan ha già dimostrato di avere una buona tenuta per l’intera durata di una gara. In particolare lo ha dimostrato nelle due amichevoli americane (contro il nuovo Chelsea di Mourinho e contro gli americani del Los Angeles Galaxy).

Anche le prestazioni offrono diversi spunti di interesse, sia a livello di squadra che di alcuni singoli.

Partiamo dalla squadra: nelle amichevoli estive fin qui disputate, il Milan ha dimostrato una buona tenuta del campo, giocate interessanti e una struttura organica valida. L’unica eccezione negativa è rappresentata dalla prima mezz’ora giocata contro il Manchester City. E questo, pur essendo un campanello d’allarme, va considerato per quello che è: uno scivolone estivo preso con le terze linee. Insomma, il Milan con i 14/15 titolari può tranquillamente difendere il terzo posto dello scorso anno. Certo, una squadra come il Milan dovrebbe partire per vincere e non per puntare al podio, ma questo è un altro discorso.

Parlando di singoli, non si può non partire da quell’El Shaarawy che tutti aspettavano al varco. Il Faraone, dopo aver puntato i piedi per rimanere in rossonero, è ripartito subito a mille: non solo i due gol ai Citizens, ma anche il solito sacrificio sulla fascia, la solita capacità di saltare l’uomo. In più, nella gara contro i londinesi del Chelsea, per la prima volta Stephan ha mostrato un repertorio nuovo: i movimenti della seconda punta. Molte volte infatti ha svariato per tutto il fronte, spesso girando intorno al perno Balotelli per entrare in area da più posizioni. Certo, gli automatismi non vengono dall’oggi al domani, ma la base di partenza è ottima.

Chi si è preso molte copertine è stato Urby Emanuelson che, da uomo in cima alla lista dei nomi in uscita, si sta guadagnando nuovamente la fiducia del mister (anche per mancanza di offerte concrete). L’ex lanciere di Amsterdam si è finalmente convinto a giocare nell’unico ruolo in cui ha fatto vedere cose interessanti: il terzino sinistro. Ha un gran passo e un bel cross e anche se manca parecchio nella fase difensiva, si può essere fiduciosi perché se l’ha imparata Serginho (che quando arrivò al Milan correva solo dalla linea di centrocampo in su), può impararla anche l’olandese. Che sarebbe così un’ottima alternativa.

Un altro che aveva puntato i piedi per rimanere al Milan, e che si è guadagnato la conferma, è Mbaye Niang. Il giovane Franco-Senegalese è passato dall’essere un sicuro partente (in prestito o comproprietà), a rimanere almeno fino ai play off, fino alla splendida prova contro i LA Galaxy (in cui finalmente si è sbloccato con un gran gol all’ex Cudicini), dopo la quale Galliani ha sentenziato “Niang rimane sicuramente con noi”. Forse un anno in prestito potrebbe essergli utile, ma se vuole giocarsi le sue carte in rossonero lo sta facendo nel modo giusto: con impegno e dedizione. Lo scorso campionato infatti, a certo punto è sembrato che gli mancassero queste caratteristiche quando, dopo una serie di buone partite a cui mancava solo il gol, ha iniziato a giocare con sufficienza, quasi si sentisse arrivato. A 18 anni.

Promosso con riserva anche l’ultimo arrivato in famiglia: Matìas Silvestre. Nelle prime due gare in maglia rossonera, l’ex interista ha messo in mostra subito una buona intesa con Zapata, buoni movimenti, ma ha sbagliato qualche disimpegno di troppo. La speranza sua e di tutti i tifosi  milanisti è quella che si tolga di dosso la ruggine di una stagione fallimentare per tornare ad essere quello che era stato a Catania e Palermo: uno dei migliori centrali della Serie A.

Un discorso a parte lo merita infine Nigel de Jong: fin dall’inizio di questa nuova stagione, il mediano olandese ha dimostrato di essere tornato quel giocatore ammirato nella nazionale olandese, nonché nell’Amburgo e nel City. Purtroppo l’anno scorso, prima che un terribile infortunio lo mettesse k.o.,  ha pagato il fatto di essere inserito in una squadra cantiere alla fine del mercato. Un periodo di ambientamento era necessario, i colpi di mercato non si fanno il 31 agosto se non hai una squadra rodata.

[Rocco Piliero – Fonte: www.ilveromilanista.it]