Milan-Napoli 1-1, l’analisi tattica: un pari che accontenta?

Il match di cartello della 32esima giornata di serie A, che vedeva opposte Milan e Napoli in una partita che potrebbe rivelarsi decisiva per l’assegnazione della seconda piazza in campionato si conclude con un 1 a 1. L’impressione che si ricava osservando la partita è che ad entrambe le squadre il pareggio andava bene, come testimonia l’andamento della gara: Milan che parte bene e trova il vantaggio, Napoli che reagisce prontamente e un primo tempo abbastanza godibile. Nel secondo tempo la partita però cambia volto e si vedono in campo tanti falli ed un gioco molto inframezzato, a dimostrazione che un punto alla fine non viene considerato da buttare da entrambe le parti.

Ma se il ragionamento è tutto sommato accettabile da parte del Napoli, che mantiene i quattro punti di vantaggio sui rossoneri ed ha ora un calendario da qui alla fine tutto sommato alla portata, non si può dire lo stesso per il Milan: vista dall’angolazione rossonera, la partita sa tanto della seconda occasione di fila sprecata nella rincorsa al secondo posto dopo il pareggio dello scorso weekend contro la Fiorentina. Ora la squadra di Allegri si ritrova equidistante dal secondo e dal quarto posto, 4 punti, ed ha il calendario più complicato del gruppo: deve ancora affrontare la Juventus, il Catania e la Roma.

Sono tanti gli aspetti che ci spingono a vedere un atteggiamento troppo calcolatore dietro a questa partita: inevitabile che a tenere banco nelle discussioni del Lunedì ci sia l’esclusione a sorpresa di El Sharaawy dall’11 titolare. Posto che le vere motivazioni, comportamentali, tecniche o basate sullo stato di forma che siano, rimarranno tra le mura di Milanello, possiamo solo avanzare alcune ipotesi:

1) Allegri ha pensato, come dichiarato alla stampa, che quella schierata potesse essere la migliore formazione da opporre al Napoli.

2) Il tecnico si è fatto una personalissima tabella ed ha considerato la partita contro il Napoli come una sfida prima di tutto da non perdere: nell’ottica della gestione della rosa, ha quindi scelto di tenere a riposo El Sharaawy per affrontare al meglio le partite che rimangono.

Se si sposa la seconda tesi, quella che a nostro avviso è maggiormente condivisibile per una serie di considerazioni, ci accorgiamo di come questa scelta rispecchi in pieno la mentalità di Allegri: il tecnico non ha visto la sfida contro il Napoli come un’ occasione per raggiungere il secondo posto, ma ha interpretato la sfida come un passaggio in un ciclo di sfide dure dal quale il Milan doveva uscire indenne. Andando ad osservare l’andamento complessivo di tutto il campionato, Allegri deve aver pensato che tutto sommato il terzo posto è comunque un traguardo soddisfacente, ma il ragionamento è profondamente errato e non deve appartenere ad una grande squadra. Lasciando infatti perdere i primi due mesi della stagione, che ormai fanno parte del passato, il Milan ha avuto l’occasione per chiudere il campionato secondo. Se non avesse buttato all’aria una vittoria già conquistata con la Fiorentina a causa di un secondo tempo troppo arrendevole e se ieri sera fosse sceso in campo con maggiore cattiveria, e con la miglior formazione disponibile, forse oggi i rossoneri sarebbero celebrati da tutta la stampa italiana.

Insomma, oggi non vogliamo riflettere su particolari scelte tattiche riguardanti la partita di ieri sera: Robinho ha giocato una partita a tratti buona ed a tratti in ombra, come era lecito aspettarsi da un giocatore che è stato poco impiegato fino a questo punto dell’anno e si ritrova catapultato in campo dal primo minuto in una delle sfide più delicate della stagione. Vogliamo invece porre l’accento sulla mentalità che forse è il vero limite di questo tecnico e che sembra essere il limite per costruire una squadra davvero vincente nelle convinzioni e sul campo: tra il cercare di vincere una partita rischiando di perderla e la prospettiva di un pareggio che lascia aperti i giochi, il tecnico toscano sceglie sempre la seconda alternativa. Allegri in più di un’occasione ha dimostrato di potersi meritare un 10 in pagella [si veda la partita d’andata contro il Barcellona di quest’anno o la sfida contro la Juventus], ma dimostra una volta di più che gli manca sempre qualcosa per arrivare alla lode.

[Alessandro Alampi – Fonte: www.ilveromilanista.it]

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