Milan, per vincere ci vuole una difesa di ferro

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La miglior difesa è l’attacco. Anche perchè ne guadagna il bel gioco e di conseguenza lo spettacolo. Il Barcellona, però, si è imposto nella Liga spagnola con un numero reti inferiore al Real Madrid (95 a 102), attenzione nelle 38 partite disputate i blaugrana hanno subito 21 gol e il Real Madrid 33. Senza una forte retroguardia è difficile vincere. Il Milan campione d’Italia (28 giornate in testa al campionato!!!) non a caso ha avuto la miglior difesa della serie A con 24 reti in 38 partite, mentre l’attacco ha segnato 4 gol in meno dell’Inter (65 a 69), ma la retroguardia nerazzurra ha subito 42 reti.

I rinforzi di gennaio hanno consentito all’ottimo Allegri di allestire una squadra che alle avversarie ha concesso poco o nulla. Oltre a Cassano, 4 gol e 8 assist, l’acquisto più azzeccato è stato Mark Van Bommel. Con l’olandese, playmaker davanti ai formidabili Nesta e Thiago Silva, si è creato un muro invalicabile. Nel girone di ritorno gol fatti 31, subiti 7. In 12 partite delle 19 in calendario il Milan non ha incassato gol. Se poi prendiamo in esame quelle disputate da Van Bommel scopriamo che con lui in campo le reti al passivo sono state 5 in 14 match. Altri dati assai esplicativi sono il possesso palla e il numero delle conclusioni a rete delle avversarie. Soprattutto negli scontri con le big nella fase discendente del campionato. Nella 27esima giornata il Milan ha sconfitto il Napoli (che in classifica aveva 3 punti di distacco) 3 a 0, possesso palla 57%, tiri nello specchio della porta rossonera di Hamsik e soci: 0 (zero!!!). Nella giornata successiva contro la Juventus a Torino, il Milan è prevalso 1 a 0, possesso palla del Milan 58%. I tiri in porta dei bianconeri: 0 (zero!!!). Dopo queste performances i rossoneri sono incappati in due battute a vuoto. La prima a San Siro contro il Bari (1 a 1), e la seconda sconfitta per 1 a 0 a Palermo (sarà l’unica battuta d’arresto del girone di ritorno) con un 60% di possesso palla per il Milan. L’Inter, nel frattempo lanciatissima, alla vigilia del derby si presentava con 2 lunghezze di svantaggio dalla capolista. Il derby era dunque un match delicatissimo.

Il 3 a 0 finale ha dimostrato la netta supremazia della squadra di Allegri, una supremazia confortata dai dati: 53% di possesso palla e 3 soli tiri nello specchio da parte degli interisti contro i 9 di Pato e compagni. Anche le conclusioni da fuori sono risultate a favore del Milan: 12 a 8. Dunque le dirette inseguitrici nei testa testa hanno dovuto cedere il passo. La stessa Roma, che pure all’Olimpico ha pareggiato 0 a 0, non ha creato grattacapi: 2 tiri nello specchio e 64% di possesso palla per il Milan. Sempre a proposito di quanto la difesa possa incidere è bene rammentare due record dei rossoneri. Nella stagione 1989 Sacchi vinse lo scudetto subendo 14 reti in 30 partite (43 i gol realizzati). Fabio Capello, nel 1994, si aggiudicò il titolo con 15 reti al passivo in 34 partite. Sebastiano Rossi conquistò il record di imbattibilità con 929 minuti.

I gol segnati furono appena 36. In entrambe le circostanze le inseguitrici misero a segno un bottino di gol superiore. Il Napoli nell’89, terminato secondo a 3 punti, realizzò 55 reti (12 in più del Milan) e subì 27 reti (13 più del Milan). Nel ’94 la Juventus, seconda con 3 punti di distacco, segnò 58 gol (22 più del Milan), la Sampdoria, terza, addirittura 64, la Lazio, quarta, 55. Curioso: l’Atalanta, penultima, aveva realizzato 35 reti (1 meno del Milan campione d’Italia). Per vincere, quindi, è indispensabile poter disporre di una difesa di ferro.

[Tiziano Crudeli – Fonte: www.tuttomercatoweb.com]