Lo ha confessato lo stesso El Shaarawy in più occasioni. Un piccolo fastidio al ginocchio ne condiziona le prestazioni. Fastidio con il quale il campione rossonero deve convivere da un paio di stagioni e che preoccupa quando gli impegni sono tanti e ravvicinati. Quest’anno poi il faraone non ha praticamente mai riposato, giocando 28 delle 29 partite del Campionato.
Uno sforzo, anche nervoso, diametralmente diverso rispetto a quello profuso nella prima stagione d’inserimento. Non dimentichiamo anche che Stephan ha cambiato il suo modo di stare in campo. Il suo sacrificio è totale, sia sul piano fisico sia tattico, con un picco altissimo nella prima parte di stagione quando ha letteralmente trascinato di peso la squadra fuori dalle sabbie mobili. In questo senso, per il futuro, forse, l’unico rimedio plausibile a questo fastidio è il riposo, garantito da una discreta rotazione degli uomini.
Il Milan ha avuto la fortuna e la lungimiranza di trovare per l’attacco calciatori giovani e già pronti, da plasmare con attaccanti affermati e affidabili. Con la conferma del nuovo assetto tattico e l’aggiustamento del pacchetto offensivo, sarà più facile garantire respiro ai titolari e un maggior impiego per le riserve. Se gli inamovibili come El Shaarawy sono in forma è evidente che la loro vena debba essere sfruttata. Un grande Club come il Milan ha però dimostrato di possedere le risorse, soprattutto gestionali, adatte a valorizzare come si deve i punti di forza dei propri calciatori e a limitarne, quando possibile, le debolezze. Nel futuro, con la plausibile immissione di forze fresche, un simile meccanismo potrebbe essere ulteriormente perfezionato.
[Elia Lavelli – Fonte: www.ilveromilanista.it]