Mediocre: se dovessimo descrivere la prestazione del Milan vista all’esordio di campionato in un solo aggettivo, probabilmente useremmo questo. E l’allarme rosso scatta proprio quando, osservando la prima metà della partita, si nota che la squadra in realtà gira anche discretamente, contando che siamo alla prima di Campionato e tutti ormai conoscono bene le partenze lente di Allegri. Qui il punto non è infatti criticare prestazione o gioco; il Milan si è mosso anche bene per quello che è il suo potenziale. E’ proprio questa ultima considerazione la più importante: per quello che è il suo potenziale. I centrali di difesa sono del tutto inadeguati ad affrontare un campionato di vertice [in molti criticano Mexes ma, a nostro avviso, in confronto a chi è a disposizione attualmente, sarebbe oro colato], a centrocampo Montolivo non è apparso in grado di far girare da solo la squadra e in attacco si manca paurosamente di incisività, concretezza e punti di riferimento, aspettando che Pazzini si inserisca in squadra e sperando che Pato la smetta di litigare con i propri muscoli.
LA PARTITA: Questa volta ravvisare colpe a carico di Allegri ci pare praticamente impossibile: i centrali di difesa a sua disposizione sono quelli che sono, e due devono per forza giocare. Anche a centrocampo le scelte sono praticamente obbligate; sulla trequarti Boateng si dimostra in pesante ritardo di condizione ma non vi erano alternative; anche in attacco condividiamo scelte e sostituzioni. Ci si aspettava una Sampdoria arrembante, ci si è ritrovati di fronte una squadra che interpreta la partita da tipica neopromossa: ossia preoccupata sopratutto di non perdere. Per 40 minuti infatti i blucerchiati lasciano deliberatamente il Milan libero di impostare la manovra rinunciando al pressing sugli avversari in fase di impostazione: i rossoneri dal canto loro mostrano inizialmente una buona fluidità nello far scorrere il pallone ma non riescono ad essere incisivi, anche se non è colpa dei giocatori in campo. Il modo scelto da Allegri per attaccare la Sampdoria è intelligente e l’unico adottabile avendo in campo questi giocatori: El Sharaawy e Robinho partono infatti larghissimi e in mezzo si inserisce un Boateng che è apparso volenteroso ma veramente troppo lontano da una condizione accettabile. In questo modo ai rossoneri però mancano i punti di riferimento in avanti: la Samp si preoccupa di chiudersi con ordine creando densità e la partita diventa avara di emozioni. Ma i veri orrori si vedono dietro: solo nel corso del primo tempo siamo costretti ad assistere ad un Bonera che, in nettissimo vantaggio su Eder, si fa mangiare 5 metri in pochi passi e regala una conclusione per fortuna non pericolosa agli avversari, un rinvio da operetta di Abbiati, che consegna palla alla Samp sulla nostra trequarti e un Montolivo troppo molle che sulla pressione di Obiang [di cui i rossoneri soffrono tantissimo intraprendenza e dinamismo, il giocatore è senza dubbio da tenere d’occhio ndr] regala l’ennesima azione ai liguri: insomma, la Samp nel primo tempo è pericolosa per demerito della retroguardia rossonera.
La ripresa riparte come la prima frazione: Allegri non ci mette molto a capire che l’attacco così non funziona e prova a cambiare. I cambi operati [Pazzini per El Sharaawy ed Emanuelson per Robinho] sono condivisibili e obbligati, perchè il brasiliano accusa un fastidio muscolare. Le sostituzioni però non portano a nulla, anzi: nell’unica occasione in cui la Samp è stata costretta ad abbandonare il proprio muro difensivo per battere un angolo, Costa stacca nel punto giusto e punisce la difesa del Milan. Il resto è un assedio disperato dei rossoneri che colpiscono anche due pali ma appaiono senza idee. L’unica nota positiva? Il gran secondo tempo di Mattia De Sciglio, sicuramente il migliore in campo dei rossoneri, a nostro avviso: il ragazzo, che nel primo tempo era apparso un po’ timido, nella ripresa si scrolla di dosso l’emozione dell’esordio e sfodera un secondo tempo che lascia ben sperare per il futuro. La cosa che tatticamente colpisce è che il giovane è l’incaricato per battere i calci d’angolo da destra: segno che il terzino ha il destro educato e buona personalità. Molto peggio se la cava l’altro giovane rossonero: El Sharaawy infatti è parso molto abulico e fisicamente trasformato; lo sviluppo muscolare è evidente e ci ricorda quello di un altro giocatore rossonero, sul quale è già stato fatto lo stesso errore: snaturare le caratteristiche dell’atleta e togliere così rapidità nei movimenti a giocatori che fanno proprio di essa la loro arma principale.
In conclusione: non serve di certo l’occhio di un esperto per capire che questa settimana di mercato vada sfruttata al meglio: dovessero però chiederci un consiglio, lasciando i sentimentalismi nel cassetto, noi fossimo nei panni di Galliani cancelleremmo le missioni a Madrid e proveremmo a reperire sul mercato un difensore centrale di buon livello, e un regista con buone doti di interdizione da piazzare davanti alla difesa.
LA CHIAVE TATTICA DELLA PARTITA: La manovra offensiva del Milan non ha uno sbocco e la difesa vista oggi è improponibile: così si rischia di passare molte partite ad esibire un gioco compassato e vedere gli avversari vincere realizzando anche solo un tiro in porta.
[Alessandro Alampi – Fonte: www.ilveromilanista.it]
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