Alla faccia della continuità. Inzaghi, nonostante tutte le buone intenzioni, sembra proprio non conoscere questa parola. Il 4-3-1-2, nel complesso, ha dato risposte positive, soprattutto sulla tenuta difensiva, ma per l’allenatore rossonero è già tempo di cambiare. In caso di mancata vittoria contro il Verona Inzaghi sa che rischierebbe seriamente di dover abbandonare la panchina del Milan. E allora la scelta della formazione può essere condizionata da questo fattore? Può Inzaghi aver deciso di tornare alle origini per essere certo delle risposte della squadra?
Sì, può essere. Si sa che il modulo preferito di Inzaghi è il 4-3-3, ma oltre ai favoritismi c’è da dire che a inizio anno la squadra è stata costruita su quel modulo e dunque con tale sistema ci dovrebbero essere garanzie maggiori e esso dovrebbe assicurare automatismi che altri non riescono ancora a dare. Da qui la scelta di fare dietro front. Non si può sbagliare, servono i tre punti, al Milan e soprattutto a Inzaghi. In caso di sconfitta la panchina sarebbe affidata a Tassotti fino a fine stagione.
Ma questa scelta, in fondo, non é garanzia di successo. La dimostrazione arriva proprio dal fatto che nel corso della stagione si è giunti alla necessità di modificare il sistema di gioco del Milan, sintomo che qualcosa, evidentemente, nelle idee tattiche di Inzaghi non funzionava come avrebbe dovuto. Ed ecco che i dubbi su questa scelta di Inzaghi aumentano. Non sarebbe stato meglio quanto meno provare a dare un po’ di continuità e non cambiare ancora?
Il lato positivo lo si potrebbe trovare nei pensieri di mister Inzaghi, anche se ovviamente possiamo fare solo ipotesi: la necessità di vittoria potrebbe costringere l’allenatore rossonero a far tornare a giocare il Milan come nelle prime uscite (ad esempio Parma). Nelle prime gare dell’anno il Milan piaceva, e anche molto. Sono stati gli unici match in cui si è assistito a una squadra in grado di giocare bene a calcio. Il motivo é che giocava per fare gol, l’importante era solo quello, non quanti ne si prendeva. La difesa era fragile, anche troppo forse, ma quanto meno si vedeva una squadra vogliosa è che scendeva in campo per giocare e non per fare catenaccio.
Ma anche se le idee di Inzaghi dovessero essere queste, resterebbe come al solito il dilemma della continuità, sotto un duplice aspetto: il primo è ovviamente l’ennesimo cambiamento, poichè ci sarebbe il “rischio” di passare nuovamente in modo definitivo ai tre attaccanti e abbandonare di colpo il rombo di centrocampo; il secondo riguarda direttamente le idee di gioco, in quanto difficilmente Inzaghi continuerà fino a fine stagione a pensarla come oggi, e vedere una squadra scendere in campo solo per segnare resterebbe un’utopia. In tal caso non si sarebbe risolto niente, i problemi del Milan resterebbero, l’unico guadagno lo otterrebbe Pippo, salvando forse la sua panchina, seppur momentaneamente.
I dubbi restano, sempre numerosi. Certezze al momento ce ne sono poche. Una é che serve fare una scelta e dare un’impronta definitiva alla squadra. La rosa non è certamente quella del Real Madrid, ma troppi cambiamenti non possono che peggiorare la situazione.
[Stefano Bressi – Fonte: www.ilveromilanista.it]