Milan: tanti moduli cambiati da inizio stagione

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Non c’è verso. Da fine agosto ad ora il Milan non è quasi mai riuscito a mantenere invariata la formazione per almeno due partite consecutive. Non si parla solo dal punto di vista tattico ma anche da quello che riguarda i giocatori costretti a scendere in campo.

Il reparto arretrato, assieme all’attacco, è forse quello che ha subito più variazioni: dalla difesa a tre a quella a quattro, dalla coppia Mexes-Bonera a Zapata-Yepes, Constant terzino poi De Sciglio, anzi no Abate. Al di là degli infortuni è evidente che ancora non si è creata una gerarchia che possa indicare i certi titolari e le classiche riserve: tutti potenzialmente prime scelte.

Anche il centrocampo e l’attacco sono mutevoli. Gli unici punti fermi di questo Milan sembrano essere al momento due. Inamovibili. El Sharaawy e Montolivo. Accanto al Faraone davanti si alternano un pò tutti: da Bojan a Pazzini, da Pato a Boateng. Accanto all’ex viola di solito se la giocano uno, massimo due a seconda del modulo, fra De Jong Ambrosini o Nocerino.

Questa filosofia comporta dei vantaggi, per esempio che gioca chi è più in forma o più adatto al modulo scelto dal Mister, ma anche degli svantaggi: ogni volta i giocatori devono essere bravi a trovarsi fra di loro. Se scendessero in campo sempre gli stessi, o ci fosse uno zoccolo duro formato da cinque-sei elementi, l’intesa sarebbe senza dubbio migliore.

[Federico Giuliani – Fonte: www.ilveromilanista.it]