Se è vero che la miglior difesa è l’attacco, il Milan ha ancora molto da lavorare: non si può parlare di colpe però, perchè il gruppo di Max Allegri ha molte attenuanti, a partire dal tardivo inserimento della punta di diamante della squadra, quello Zlatan Ibrahimovic che nonostante tutto è già a quota tre gol stagionali. La manovra offensiva non gira, inutile nascondersi: si cerca di arrivare in porta con la palla, quando, da Pirlo a Ronaldinho, passando in particolare proprio per Ibra, tutti i giocatori hanno caratteristiche da verticalizzatori spietati, tre passaggi massimo e palla in fondo al sacco.
La sindrome del Barcellona non deve colpire i rossoneri: scimmiottare il gioco altrui, senza averne gli Iniesta della situazione può costare caro, Max Allegri lo sa e per questo è chiamato ad un lavoro attento e minuzioso nelle prossime settimane. Il vantaggio dell’Inter non è incolmabile, basti pensare al distacco clamoroso recuperato dalla Roma di Claudio Ranieri lo scorso anno, eppure le prossime partite hanno già il sapore dell’ultima spiaggia: più prima che poi, è ora di cambiare marcia, fidandosi più degli acuti dei singoli, che di un coro che fatica ad accordarsi.
Se i tenori sono di primissimo livello, è un lusso che ci si può permettere: quando Ronaldinho fa il Ronaldinho e non è costretto a fare il Kuyt, con coperture difensive indispensabili quanto nocive, è ancora il numero 1 al mondo, come lo è Zlatan, superbo interprete del “fai da te” offensivo, più che del Tiki-Taka, come dimostrato in Catalunya. Un altro big da cui è lecito aspettarsi grandi cose a breve, a dispetto di un inizio di stagione con il freno a mano, è Andrea Pirlo: il bresciano paga la troppa generosità nei confronti della maglia azzurra, a cui risponde sempre presente e che ne ha condizionato l’estate (infortunio contro il Messico, pre-Mondiale) e dunque la preparazione in vista del 2011. Il Milan però non può prescindere da Pirlo, è bene sottolinearlo, ma attenzione: le prime partite hanno insegnato che tra il bresciano e Clarence Seedorf, si è obbligati a sceglierne uno solo, pena la riduzione al minimo del filtro della seconda linea ed anche una staticità offensiva eccessiva, che sfocia appunto nel narcisismo gratuito.
Le cure di attacco e centrocampo hanno forse tre nomi: tempo, inteso come quello che servirà a far aumentare l’affiatamento della nuova squadra, Robinho e Mathieu Flamini. Per il brasiliano, è la chanche della vita: ora o mai più, perchè se Pato è fuori ancora qualche giorno, in campo deve scendere Robson, gamba pesante o leggera che sia: dal Pelezinho, Allegri si aspetta la compensazione realizzativa e in termini di dribbling, che Ronaldinho ha ridotto all’osso in favore di una dose ben più massiccia di altruismo. Se per Robinho è la grande occasione, lo è ancor di più per Flamini: il “gemello” Boateng ha risposto presente, scalando le gerarchie (altra prova incantevole del ghanese), è ora di dimostrare di non essere inferiore ed anzi di essere complementare al “Principe”, per una linea mediana di fuoco, che sa inserirsi, picchiare quanto basta e soprattutto non ha paura, specie di tirare.
Infine, in difesa, i nodi sono tre: primo, prendere una decisione sul portiere, ruolo in cui Abbiati però a Roma ha risposto presente alle critiche che iniziavano a favorire uno scalpitante Marco Amelia. Secondo, tamponare quella che al momento sembra l’emergenza principale, la fascia destra: Zambrotta non è in grado, a quanto pare, di giocare ogni tre giorni, ed è un peccato, perchè le prestazioni di Gianluca sono state di primissimo livello. L’alternativa, ad oggi, è il generoso Daniele Bonera, che però, è giusto ricordarlo, è un centrale: l’ex Parma merita di essere, finalmente, la prima riserva di Nesta, più che il jolly difensivo da buttare nella mischia ad ogni evenienza.
E’ un ruolo che spesso ha ben ricoperto (in questi anni ha giocato in tutti e 4 i ruoli della difesa, come forse solo Costacurta ha saputo fare), ma che a volte lo ha esposto a gratuite quanto incolpevoli figuracce: occorre chiarezza anche con Abate, passato in pochi mesi da titolare a terza scelta, e con Oddo, che al Santiago Bernabeu lo scorso anno fece una gran prestazione e che forse meriterebbe un test. Infine, la fascia sinistra, e qui la bacchettata, leggera, va allo stesso Allegri. Non ha la classe di Ronaldinho ed il fisico di Ibrahimovic, la velocità di Thiago Silva e l’eleganza di Nesta, ma tra gli intoccabili, ad ogni costo, di questo Milan, deve esserci sempre Luca Antonini. E’ un dogma assoluto per i tifosi ed anche per gli addetti ai lavori, perchè il 77 rossonero ha fiato, cuore e passo come nessun’altro in Italia in questo momento: a riguardo, ci sarebbe anche un discreto sponsor, tale Ronaldinho, che sul binario Antonini ha ritrovato sorriso e smalto dei tempi migliori.
[Francesco Letizia – Fonte: www.tuttomercatoweb.com]