Milan, vista dalla curva: Triste consapevolezza

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Lo scorrere rapido del tempo non sembra essere alleato dei tifosi rossoneri che inesorabilmente percepiscono il termine della campagna acquisti quasi come una sentenza di esecuzione capitale.

Calma piatta, immobilismo totale.

Il 20 Luglio si è presentato il Premier a Milanello, un’ottima mossa da un punto di vista strategico. Un’ottima mossa perché tutti i riflettori erano puntati su di lui e su ciò che avrebbe detto, ponendo decisamente in secondo piano la realtà dei fatti, ovvero l’acquisto di Yepes, Socratis e Amelia.

Il Milan non avrebbe mai cominciato una stagione attraverso queste modalità e oggettivamente ogni anno la situazione sembra peggiorare.

Il vero acquisto, alla fine dei giochi, è Allegri che deve rilanciare una situazione decisamente scomoda.

L’idea di Allegri è un certo tipo di calcio che richiede grande prestanza fisica, e portare un tale tipo di gioco nell’ambiente rossonero può davvero apparire come una favola fantascientifica.

L’interrogativo è come sia possibile applicare una tale filosofia di gioco a giocatori che non hanno più la corsa e la resistenza nelle gambe; è per questo evidentemente che son spuntati i nomi dei ragazzi, la famosa Primavera , vengon fuori i Verdi , gli Strasser, gli Albertazzi che non hanno sfigurato nelle amichevoli e che posti accanto a giocatori navigati potrebbero dare qualcosa in più. Nuovi soldati. Ma possono essere sufficienti? Evidentemente anche Allegri ad un certo punto si è reso conto che non basta vista la dichiarazione “non possiamo competere con soli 12 giocatori”.

Allegri ricorda un po’ la filosofia Sacchiana per il tipo di gioco che vuole applicare al Milan, ma le sue squadre in genere al termine della stagione mollano un po’. Certo parliamo di squadre che si devono salvare e che magari raggiunto l’obiettivo psicologicamente cedono terreno, ma il calcio mostrato è in ogni caso gradevole e spumeggiante, se il mister riuscirà a tenere alta la concentrazione dei ragazzi potrebbe completare l’opera unendo il talento alla corsa. In ogni caso qui parliamo di ipotesi, sarà il tempo il vero giudice. Ha cercato giocatori di seconda fascia Allegri, ma nulla si muove se non i soliti rumors di mercato, sia in entrata che in uscita, che sanno di ridicolo ormai, e per i quali il tifoso rossonero preferisce riderci su perché se li si prendesse sul serio si rischierebbe l’ictus.

Il mercato è immobile, totalmente immobile, delle verità nascoste ci sono è inutile negarlo, non ci è dato sapere quali, ma ci sono. E’ vero, la storiella dei soldi terminati ormai la ripetono in tutte le salse, ed è evidente. Quindi tutto questo si traduce in valorizzazione del vivaio esattamente come il Barcellona o l’Arsenal che tirano fuori dal cilindro ogni anno giocatori nuovi e grandi campioni.

Ma a quel punto è importante rendersi conto che le vittorie potrebbero giungere soltanto fra qualche anno o peggio non giungere proprio.

C’è solo un pensiero che naviga silenzioso nella mente di ogni tifoso, è un pensiero latente che sussurra nell’orecchio di ciascuno di noi: in tutto questo tempo non sono stati commessi tantissimi errori, se paragonati alla quantità di vittorie, e la cessione di Kakà adesso sono pronti in tanti a dire che è stata una furbata. Ma dobbiamo ricordarci che Kakà era l’anima del Milan, lo abbiamo visto tutti dopo la vittoria della Champions League del 2007 calare vistosamente come rendimento, ma lo si amava comunque per il suo viso pulito, per il suo carisma. Sarà anche stato un affare venderlo, ma i sentimenti, quelli veri, non si possono vendere o comprare. E così ora c’è chi esulta per il destino che sembra segnare il Brasiliano, ma è un po’ un’esultanza amara, come quando la donna che ti ha tradito viene tradita a sua volta.

Non c’è vittoria in tutta questa storia se non un’amara consapevolezza: il Milan adesso mette in vendita i sentimenti e grazie al cielo Maldini, Baresi e Van Basten sono stati figli di un’altra generazione o li avremmo visti partire nel nome del bilancio.

Forse la strada giusta è questa, in questo momento storico molto probabilmente è bene che sia così, forse ancora una volta il Presidente Berlusconi ha anticipato i tempi e fra qualche anno ci diremo che in fondo ci aveva visto giusto per l’ennesima volta, ma una cosa è certa : a prescindere da ogni mera considerazione economica, se il Milan ha invertito completamente la rotta sui sentimenti c’è davvero da stare poco Allegri.

[Francesco Zonni – Fonte: www.dnamilan.com]