La Samp sta semplicemente volando e, proprio quando qualche infortunio a qualche giocatore cardine (es. Romero e Pozzi) e in qualche circostanza (vedi il primo tempo contro il Bari) la squadra era apparsa in difficoltà psicologica e/o fisica, ecco che viene caricata sulle spalle, trascinata alla vittoria dal pezzo pregiato del proprio mercato di gennaio, ovvero Eder.
A gennaio qualcuno aveva storto il naso sul suo arrivo parlando di un giocatore costoso, travolgente in serie B, ma finora incapace di lasciare il segno nella massima serie, peccato che forse ci si era dimenticati che la Sampdoria sta disputando, ahimè, il torneo cadetto, ci sarà tempo e modo per valutare il futuro, senza dimenticare che il brasiliano ha le qualità tecniche, la fame di vittorie e l’età per consacrarsi nel massimo palcoscenico, auguriamoci proprio con la casacca blucerchiata.
Il suo arrivo era quasi diventato un miraggio quando dalla Romagna si era preso più tempo possibile per chiudere l’operazione, in seguito a complicare le cose ecco quel maledetto infortunio subito alla caviglia nella trasferta di Grosseto che lo costrinse praticamente ad un mese di stop, proprio quando la Sampdoria aveva bisogno di lui per iniziare la clamorosa rimonta ai play-off. Il gioco latitava ancora, si trovavano immense difficoltà ad abbattere i fortini avversari soprattutto nelle gare casalinghe, gli attaccanti stentavano a trovare la via della rete, serviva come il pane un attaccante capace non soltanto di sbloccare i risultati, ma di offrire giocate di tecnica cristallina non fini a se stesse, non dare punti di riferimento agli avversari, in quanto capace di svariare sull’intero fronte offensivo.
Serviva esattamente Eder, anche gli immancabili mugugnoni genovesi e, perché no qualche gufo che non manca mai, evidenziavano le presunti lacune in organico di un attaccante di razza, un bomber d’area di rigore, in quanto, a loro dire, il brasiliano avrebbe caratteristiche diverse. Sicuramente Eder non sta fermo in area in attesa dei servizi del compagno, a lui piace partecipare alla manovra corale, sia giocare sullo stretto, sia far impazzire gli avversari con le sue percussioni centrali e le sue serpentine sugli esterni a suon di dribbling ubriacanti. Lui è un giocatore vero, completo, non soltanto un attaccante.
Ha impiegato un po’ di tempo, forse anche troppo per qualche addetto ai lavori, per sbloccarsi, ma nel frattempo non è stato con le mani in mano, offrendo prestazioni positive, assist al bacio per i compagni e un estenuante pressing in fase di non possesso, tutte qualità apprezzate da tecnico e squadra e ormai indispensabili per ogni punta nel calcio moderno. Da quando si è sbloccato a Vicenza con un perfetto colpo di testa, si è letteralmente scatenato; se il primo goal contro il Bari era un gioco da ragazzi, il secondo è stato un mix di potenza, precisione, classe, rabbia agonistica, qualità, freschezza fisica, il simbolo di tutte le sue doti, un goal meritevole di applausi a scena aperta.
Che dire poi della prestazione odierna, in due azioni ha chiuso la pratica Modena, ha spaccato la partita, con una classe cristallina, una velocità incredibile, una voglia di non mollare nemmeno un centimetro agli avversari, la capacità di risolvere la partita in qualsiasi momento. Quando è partito quasi dalla bandierina del corner, ha puntato l’uomo, si è accentrato, dando diversi metri al proprio diretto marcatore e ha eluso l’intervento di Caglioni con un bolide che si è insaccato nel set opposto, mi è sembrato di vedere l’attuale campionato della Sampdoria, pieno di difficoltà, problematiche, apparentemente insormontabili, ma spesso c’è la luce in fondo al tunnel e con la sua giocata ce l’ha dimostrato Eder.
Eder esiste, non è un miraggio, né un sogno, né una nostra fantasia. Pochi minuti dopo vuole far sparire qualunque dubbio, regalandoci un assolo ancora più meraviglioso del primo, se fosse possibile: parte da una trentina di metri, dribbla come birilli mezzo Modena, ha ancora la forza per puntare l’ultimo uomo, trovare il fondo, crossare in centro e regalare una palla d’oro in area allo smarcato Pozzi che non può sbagliare, è il colpo del k.o., alla Samp arrivano altri 3 punti.
Eder non è un sogno, è realtà, ma la Sampdoria, per restare con i piedi per terra ed evitare prematuri voli pindarici per poi rischiare di tornare bruscamente alla realtà dell’altro ieri, deve restare concentrata, ancora nulla è stato raggiunto, la strada è però quella giusta finalmente, proseguiamo così, non dimenticando né l’ambizione, la consapevolezza dei nostri mezzi, ma, al tempo stesso, nemmeno l’umiltà e l’abnegazione, soltanto così potremmo raggiungere l’obiettivo.
Perché la nostra speranza è che il campionato blucerchiato termini come le azioni di Eder ammirate oggi al “Braglia”: superare qualunque ostacolo e toccare il cielo con un dito. Ci aspettano ancora 4 battaglie sportivamente parlando, ma noi ci saremo, pronti e carichi. Che vinca il migliore, che vinca la Sampdoria.
[Diego Anelli – Fonte: www.sampdorianews.net]