L’ex attaccante della Nazionale, che nel 1990 conquistò tutti a suon di gol, si é spento stamattina a 59 anni. Era malato da tempo
PALERMO – “Notte magiche inseguendo un gol…“. Trentaquattro anni fa Gianna Nannini e Edoardo Bennato intonavano il ritornello che accompagnava il Mondiale di Calcio, che in quell’anno si svolgeva in Italia. E a suon di gol Totò Schillaci trescinava gli Azzurri in semifinale diventando l’eroe di quelle notti magiche.
Lui che fino a quel momento non era mai stato personaggio. Lui che, scoperto dal Professor Franco Scoglio ai tempi del Messina, era arrivato tardi in Serie A, alla Juventus. Lui che era stato convocato per la prima volta in Nazionale soltanto qualche mese prima di Italia ’90. Lui che al Mondiale era partitodalla panchina contro l’Austria per poi conquistare, nel corso del torneo, la maglia da titolare. Fino ad ottenere il titolo di capocannoniere della competizione. Fino a sfiorare il Pallone d’oro, conquistato in quell’anno da Matthaus.
Dopo la rassegna iridata, Schillaci giocò altre due stagioni con la Juventus, vedendo sfumare quel momento di gloria. Trovando poche volte la rete. Alla fine della stagione 1991-1992 trovò sempre meno spazio in squadra anche a seguito dell’arrivo alla Juventus di un altro Campione compianto del calcio italiano: Gianluca Vialli, Fino a decidere di lasciare a Torino e trasferirsi all’Inter e poi finire la carriera in Giappone.
Come Gianluca Vialli in questi ultimi anni é stato colpito da un male inesorabile che non gli ha lasciato scampo. Che gli ha riservato una fine più o meno analoga. Troppo presto. A Dio Totò!