Moreno Mannini: “Chi critica Palombo non ha capito nulla. I valori alla lunga usciranno fuori”

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Nell’ultima puntata di Sampdoria sempre con te, il programma radiofonico di sampdorianews.net in onda su Radio 103 il lunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 19.30 alle 20.30 (scriveteci via sms al 3381010360), è intervenuto l’ex difensore e bandiera della Sampdoria Moreno Mannini (377 presenze in maglia blucerchiata), grande protagonista dello scudetto del ’91 e della finale di Coppa Campioni persa con il Barcellona nel ’92.

Cosa succede a questa Samp?: “E’ in un momento un po’ così, si sta trovando in situazioni che probabilmente non pensava all’inizio della stagione, contro squadre che sulla carta non sono molto forti, ma che invece si sono rivelate avversarie ostiche. Ha un po’ la responsabilità, quando gioca in casa, di dover far bene e rimane un po’ bloccata come è stato nel primo tempo di domenica con il Sassuolo”.

Si dice che quando un allenatore cambia troppe volte formazione in corsa significa che non ha le idee molto chiare. Di Atzori cosa pensi?: “Non mi permetto di dare giudizi su Atzori che non conosco personalmente. Ritengo che sia un bravo allenatore che ha le sue idee e le sue convinzioni. Sarà il tempo a dire se le sue scelte e le se sue metodologie avranno ragione. Sicuramente l’organico è di primo ordine e non so quanti in serie B possano contare su un organico simile”.

Domenica è stata la classica partita di serie B, con un Sassuolo tecnicamente meno dotato della Samp che però forte della sua compattezza strappa un punto a Marassi e, anzi, se avesse vinto non avrebbe rubato nulla. La Samp deve abituarsi ad avversari e a partite come quella di domenica?: “Certo, tutti gli anni c’è qualche squadra outsider che si rivela più forte di quello che si pensava perché già rodata, con giocatori che giocano insieme da anni, e atleticamente ben preparata. Non sempre la tecnica prevale sulla corsa. La Sampdoria sembrava dovesse uccidere il campionato e con una partenza sbagliata ora deve rincorrere e subentra la pressione. Comunque credo sia solo questione di tempo, alla fine i valori verranno fuori”.

C’è un’azione emblematica del momento della Sampdoria nella partita di domenica scorsa. Masucci, attaccante del Sassuolo, che prende palla e percorre 15-20 metri indisturbato sino al limite dell’area di rigore  e calcia in porta. Tutto questo circondato da giocatori della Samp impassibili e tra questi proprio Palombo, un giocatore che sta facendo molta fatica sotto il piano del ritmo e dell’intensità di gioco. E’ solo un problema di motivazioni?: “Se cominciamo a criticare Palombo, che certamente è di valore superiore agli altri giocatori, non abbiamo capito niente. E’ ovvio che Palombo dovrà fare bene il suo ruolo e non è certo quello di uscire su chi si avvicina all’area di rigore. Non starei a criticare un giocatore che ha dimostrato e sta dimostrando di essere di ottimo livello. E’ solamente una questione di squadra che in questo momento non ha le certezze mentali che aveva a inizio stagione”.

Abbiamo parlato di pressioni che frenano un po’ la Samp. Perché una sua diretta concorrente, ovvero il Torino, non sta soffrendo la pressione di una piazza molto esigente come quella granata?: “Il Torino nelle prime partite è stato molto sotto pressione e molto criticato perché non era partito bene come la Samp. Poi ha infilato tre vittorie consecutive e si è trovato nelle zone alte della classifica. Non bisogna dimenticare che il Torino viene già da anni di serie B. L’anno scorso sembrava dovesse tornare in serie A a mani basse e poi così non è stato e ha dovuto convivere tutta la stagione con critiche e pressioni, quindi quest’anno deve tirare fuori per forza dei risultati. Inoltre è indubbiamente un’ottima squadra”.

Capitolo difesa. La Samp sta facendo molta fatica, in particolare sul settore destro. Sono stati alternati diversi giocatori come Rispoli, Padalino e Volta, ma nessuno ha pienamente convinto. E’ solo un problema in quella zona del campo oppure è tutta la difesa che non riesce ad essere abbastanza sicura e forse, in questo senso, il ritorno di Gastaldello potrà dare maggiori garanzie: “Sicuramente Gastaldello ha disputato degli ottimi campionati e quindi è una certezza in più. Comunque quando una difesa non gira bene è perché tutta la squadra non aiuta e non protegge. Non è mai solo un reparto a non andare bene. Vedo più un problema generale di squadra. Domenica ad esempio nel secondo tempo la Samp non ha sofferto, a parte qualche minuto, come nel primo tempo, perché tutta la squadra ha girato in una certa maniera, a partire dagli attaccanti che pressavano fino ai centrocampisti che aiutavano la difesa.  E’ un problema di atteggiamento della squadra e non di singoli giocatori”.

Giocatori come Gastaldello, Foggia, Dessena, Palombo e via dicendo giocherebbero tranquillamente in serie A. Per vincere in serie B è meglio affidarsi a giocatori simili o a giocatori magari meno talentuosi, ma più esperti della categoria?: “Non è tanto il nome che fa il giocatore, bisogna puntare su chi sta meglio e da maggiori garanzie, può essere anche un emerito sconosciuto. Poi è normale che i vari Dessena e Foggia facciano la differenza perché hanno qualità tecniche superiori, però bisogna farle coincidere con le qualità atletiche e mentali. Non sempre si è nelle condizioni migliori per dimostrare il proprio valore”.

Ai tuoi tempi i portieri italiani erano considerati i migliori al mondo. Ora si punta su portieri stranieri e la Samp ne è un esempio con Da Costa e Romero a giocarsi  un posto da titolare e Fiorillo, giovane promessa del settore giovanile blucerchiato, relegato al ruolo di terzo portiere. Come giudichi questa crisi dei portieri italiani?: “Probabilmente i portieri stranieri costano meno. Abbiamo i preparatori migliori del mondo, invidiati da tutto il mondo e prendiamo i portieri all’estero. Io sono convinto che in Italia abbiamo ancora la possibilità di costruire, forgiare e far crescere ottimi portieri”.

La Samp ha affrontato Padova e Torino e non è andata molto bene. Nelle prossime 4 giornate affronterà Ascoli, Cittadella, Nocerina e Crotone, squadre sicuramente meno dotate tecnicamente, ma trascinate da grande entusiasmo e determinazione. Come si arriva ad affrontare squadre che entreranno in campo con il coltello fra i denti in un periodo così difficile come quello che sta attraversando la Samp?: “La Samp non può pensare di incontrare squadre che scendono in campo da vittime predestinate. Incontrerà tutte le squadre con il coltello fra i denti e affrontare la Samp sarà uno stimolo in più per tutti. La qualità alla fine uscirà e nel momento in cui la Samp riuscirà ad inanellare due vittorie consecutive il morale la porterà a disputare un campionato di prim’ordine”.

Hai fatto parte di una Samp che ha vinto uno scudetto e ha giocato una finale di Coppa Campioni. E’ possibile che al giorno d’oggi una squadra media possa conquistare trofei importanti come fu per quella Samp?: “Per quanto riguarda la serie A è difficile che una città che non sia Roma, Milano o Torino possa fare un anno come fecero Cagliari, Verona e noi per ultimi. Ora credo sia impossibile perché il business è diventato talmente alto che forse non glielo permetterebbero neanche”.

Dall’alto della tua esperienza con la maglia blucerchiata , cosa ti senti di dire all’ambiente in un momento così delicato?: “Che alla fine la qualità verrà fuori. La Samp è una squadra con qualità superiori alla media e con la mentalità giusta e l’ottimismo che prima o poi le cose girano, alla fine farà bene”.

Mancini e Vialli potrebbero mai sedere sulla panchina della Sampdoria?: “Perché no, li vedrei anche bene. Risveglierebbero un grande ottimismo e una grande voglia di ritornare nelle posizioni che contano. Sono convinto che per amore della squadra, di quei colori e di quella maglia e per quello che hanno fatto, prima o poi ci si siederanno”.

[Mattia Mangraviti – Fonte: www.sampdorianews.net]