Gaby, di recente hai visto qualche partita del Bologna? Come si fa ad uscire da un momento così? Tu hai vissuto una situazione simile nel 2008, con cinque sconfitte nelle prime sei partite… «Cerco sempre di seguire le squadre in cui ho giocato e di cui conservo un bel ricordo, il Bologna è senza dubbio fra queste. Credo che per uscire da una situazione un po’ complicata conti moltissimo lo spirito di gruppo, perché i tifosi possono anche starti accanto ma ciò che fa davvero la differenza è la coesione dello spogliatoio, la forza che ci si riesce a trasmettere l’un l’altro durante la settimana e poi in partita. Da questo punto di vista mi pare di capire che il Bologna possa stare tranquillo, la squadra è molto giovane ma anche molto unita, una volta trovato il giusto equilibrio in campo credo che i valori verranno fuori e le cose miglioreranno».
A proposito della squadra, come ti sembra? Credi che forse in mezzo al campo servisse un po’ più di esperienza? «Quando l’obiettivo prefissato è la salvezza sarebbe sempre meglio avere una buona dose di esperienza in rosa, con un leader per reparto, ma ci sono caratteristiche altrettanto importanti, come la determinazione, la rabbia agonistica, gli attributi (usa un termine più colorito, ndr), e queste sono qualità che anche un giovane può avere e deve tirare fuori. A me la squadra piace, la Serie A è difficile ma credo che questi ragazzi abbiano tutte le carte in regola per fare un campionato tranquillo».
Delio Rossi, tuo allenatore per tre anni alla Lazio, è già finito nel mirino della critica: pensi che riuscirà a venirne fuori e a condurre i rossoblù alla salvezza? «Il mister mi ha allenato dal 2005 al 2008 e con lui abbiamo raggiunto traguardi importanti, tra cui una qualificazione alla Champions League. A mio avviso è un ottimo tecnico e spero che possa continuare ancora a lungo il suo percorso con il Bologna, perché nel calcio italiano le società sono molto poco pazienti con gli allenatori. Ha preso in mano una squadra tutta nuova, piena di ragazzi che devono conoscere meglio la categoria e conoscersi meglio tra di loro, bisogna dargli fiducia e lasciarlo lavorare sereno, il tempo per sistemare le cose c’è tutto e lui ha le qualità per riuscirci».
Quest’anno il Bologna, con Donsah, Mbaye e Diawara, è un po’ più africano. Diawara in particolare ha stupito tutti per la padronanza con cui ha preso in mano le redini del centrocampo: che ne pensi di lui? «Non lo conoscevo, l’ho scoperto vedendo giocare il Bologna e devo dire che ha fatto un’ottima impressione anche a me. Ha una personalità non comune per un ragazzo della sua età, oltre ad un’ottima tecnica, e il fatto che sia africano mi rende ancora più felice. Mi auguro che possa fare molta strada nel mondo del calcio».
L’ultima domanda è su di te: come stai e quanto dovremo attendere per rivederti in campo? «Fisicamente sto benissimo e penso di averlo dimostrato anche l’anno scorso a Cesena, non ho più nessun tipo di problema. Di recente ho ricevuto alcune offerte ma nulla di così interessante, per il momento resto in attesa della chiamata giusta».
Se il Bologna dovesse aver bisogno di un po’ di sostanza, lì nel mezzo… «Sarebbe bello ma ormai sono diventato troppo vecchio (ride, ndr), il Bologna sta portando avanti un’altra politica e va bene così».
[Simone Minghinelli – Fonte: www.zerocinquantuno.it]
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