Fernandez può e deve dare di più. Alzi la mano chi, prima della sfida di Monaco, non rispondeva con frasi del genere al quesito sul rendimento del centrale argentino, prelevato dal Napoli per tre milioni nello scorso gennaio ma “parcheggiato” all’Estudiantes fino a giugno.
Cinque finora le presenze del Flaco in campionato, di cui tre dal primo minuto (le trasferte con Chievo, Catania e Cagliari) e due ingressi con Cesena ed Inter a partita praticamente conclusa. Le occasioni in cui Mazzarri ha deciso di concedere fiducia a Fernandez rappresentano le gare in cui è andato in scena il tanto criticato turnover: una seconda linea quindi finora, circostanza agevolmente spiegabile dal tempo necessario a recepire i dettami tattici e i movimenti della complessa difesa a tre del tecnico toscano.
A maggior ragione che, classe ’89, Federico Fernandez ha giocato in un campionato – quello argentino – meno accreditato del nostro. L’occasione “pesante” arriva in una delle sfide più importanti disputate dal Napoli nell’ultimo ventennio: gli azzurri scendono in campo a Monaco, Champions League, il capitano nonché perno della difesa Paolo Cannavaro è squalificato. Sempre più insistenti le voci sul probabile sostituto: Fede Fernandez. Napoli trema per la probabile inesperienza del promettente argentino a determinati livelli, ma è un grande esperto di calcio sudamericano – il telecronista di Sportitalia Stefano Borghi – a tranquillizzare la piazza: “Fernandez è un calciatore abituato a palcoscenici importanti, può dare di più ma a me finora non è dispiaciuto”.
Credenziali poche, sostanza tanta. Testa alta e palla al piede come fanno i più bravi (Nesta o Christian Chivu impiegato da centrale), lancio che priva il centrocampo della fase di costruzione (aspetto da rivedere per il Napoli) ma sicuramente più preciso dei colleghi di reparto. Ancora grezzo nell’aderenza al centravanti avversario (soprattutto se bravo), ma ruba la scena europea con un’impressionante doppietta nella bolgia dell’Allianz Arena: due stacchi di testa perentori nell’area tedesca così precisi da evitare il tonfo al suo Napoli che esce a testa alta (la sua) da una delle serate più complesse della recente storia.
Un colpo lodato già a gennaio da Borghi “Il miglior difensore argentino, ai livelli di Thiago Silva e Nesta”, e da numerosi consulenti di mercato sudamericani, pronti a complimentarsi con la società partenopea. La scuola dei difensori argentini – e per di più goleador – è guidata da un certo Daniel Passarella, apprezzato per sei anni in Italia quale leader difensivo di Fiorentina ed Inter e per di più autore di ben 50 reti. Il punto di arrivo è ambizioso, ma la stella di Federico Fernandez si è accesa a Monaco e a Napoli ora tutti sperano di aver trovato un nuovo fenomeno.
[Massimiliano Bruno – Fonte: www.tuttonapoli.net]