Giustizia è fatta. Una vittoria di una città, di una squadra, di un intero popolo che da oggi può finalmente credere nuovamente alla giustizia, almeno quella sportiva. Il primo grado, con i due punti in meno e con ben 6 mesi di squalifica dati a Cannavaro e Grava, era un’offesa troppo grande. Un’offesa che ha visto indignare una città e i suoi tifosi soprattutto perché il fatto non sussiste. I patemi passati, dopo quella scellerata sentenza, non ci verranno ripagati ma la gioia oggi è grande. Grande perché rimette in corsa il nostro Napoli verso un traguardo possibile. La giornata di oggi, che avete vissuto insieme a noi minuto dopo minuto, è sembrata interminabile ma ancora più bella perché la sentenza ci ha ripagato dell’ansia e del nervosismo accumulato.
Questa è la vittoria del calcio pulito e di un Aurelio De Laurentiis che è sceso in campo in prima persona, facendo una requisitoria da avvocato consumato, da Principe di un Foro tutto nuovo, quello del calcio. La vittoria anche dei due calciatori che hanno subito detto no a quella squallida richiesta, hanno subito allontanato qualsiasi pensiero cattivo. La vittoria di Eduardo Chiacchio che da napoletano di nascita ha fatto di tutto per derubricare la società azzurra da questa assurda vicenda facendo si che Gianello ammettesse le sue colpe.
Oggi siamo felici ma non dobbiamo dimenticare che l’ingiustizia fatta ha tagliato le gambe del Napoli in quelle due scellerate gare con il Bologna, che Paolo e Giandu non potranno mai disputare le gare che il Napoli ha giocato e fortunatamente vinto, che non gli è stato permesso di far “giocare” i loro telefonini come qualcun altro ha invece fatto continuando ad allenare durante le settimane di squalifica, dando indicazioni a suo piacimento nelle partite ufficiali, ma come diceva il sommo poeta noi non “ci curiam di loro” e anzi oltre a “guardar e passar” velocemente davanti a quell’ingiustizia continuiamo a correre veloce perché il campionato ora prende subito una nuova piega. In campo dobbiamo continuare a vincere e legittimare questi due punti che erano tutti nostri. La giustizia ha superato anche le parole dei soloni, dei gufi e dei signorotti del calcio che continuano a sedere sulle loro poltrone pontificando di volta in volta. Il calcio è ancora malato ma da oggi possiamo dire che Napoli ha vinto ancora su tutto e tutti e soprattutto in un giorno particolare… il 17!
L’INTUIZIONE DI CHIACCHIO SALVA IL NAPOLI – Aveva ragione lui, Eduardo Chiacchio. 58 anni, esperto in diritto sportivo con studio al Centro direzionale, dal 2004 più di un migliaio di club e tesserati nei vari processi al calcio italiano che puntualmente si tengono. Come riporta Il Mattino, lo aveva detto fin dal primo istante che la chiave di tutto, l’assist per far assolvere il Napoli, era riuscire a convincere i componenti della Corte Federale a derubricare il reato di Gianello da tentato illecito a slealtà sportiva. Quasi una illuminazione, la sua. Nata subito dopo aver incassato una brutta delusione: al Parco dei Principi, il presidente della Disciplinare respinge la proposta di patteggiamento per Matteo Gianello. «Mi ero messo d’accordo con Palazzi: avevo pattuito 16 mesi e il riconoscimento del tentato illecito. Non un’ammissione di colpa, ma un modo per uscire di scena dal procedimento subendo meno danni possibili. Se avessero accettato non avremmo neppure presentato ricorso».
Ma la Disciplinare non ci sta e dice di no. «Gianello non è stato mai collaborativo, ha solo ammesso ciò che non poteva essere smentito. Non può beneficiare del patteggiamento». Da lì a qualche ora la strategia di Chiacchio cambia. «A quel punto capisco che le vie di uscita per il mio assistito sono molteplici e mi appello alla violazione ex articolo 1 dei principi di slealtà sportiva». In primo grado va malissimo: per Gianello la condanna è a 3 anni e 3 mesi per tentato illecito. Tentato illecito per cui scatta la responsabilità oggettiva del Napoli e la penalizzazione in classifica. Ieri l’arringa di Chiacchio sgombra ogni dubbio: «Non si evince dagli atti di questo processo che un comportamento illecito, pur pensato da Gianello, abbia valicato la sfera personale». In pratica, pensa di poter guadagnare dei soldi combinando il match, magari cade pure nella tentazione ma non riesce ad attuare l’illecito.
[Francesco Molaro – Fonte: www.tuttonapoli.net]