Napoli, Fuorigrotta. Tutto secondo copione. Gli azzurri che vincono grazie ad una evidente superiorità tecnica, l’Elfsborg che non molla e punge alla distanza con assalti garibaldini e muscolari, seppur lenti, dettati inevitabilmente dal miglior minutaggio nelle gambe. La fiammata di Lavezzi al 45’ è preziosa, ma non brucia in toto le velleità degli svedesi che proveranno, c’è da giurarlo, ad imporre il fattore “Arena”. Boras, tra 7 giorni. Città e aria di casa, il fortino interno dove i gialli di Mister Haglund non perdono da 19 partite. Un passaggio del turno, dunque, che per gli azzurri non ha avuto, non ha e non avrà nulla di sbrigativo. Di “sintetico” ci sarà solo l’erba del tappeto su cui si giocherà il ritorno. Un aspetto che crea non poche preoccupazioni e che ha già spinto la dirigenza partenopea a trovare campi in zona per prendere confidenza col “rimbalzo artificiale”.
Napoli tra sprechi e fortuna – Gli azzurri hanno meritato la vittoria, seppur sofferta, ma che poteva essere più rotonda se Dossena prima (10’) e Cavani poi (70’) avessero realizzato da posizione favorevole. Il Napoli del primo tempo è piaciuto soprattutto per i movimenti delle due mezze punte, Hamsik e Lavezzi, larghi in appoggio sugli affondi degli esterni Maggio e Dossena, e rapidi nel tagliare in area sugli sviluppi dell’azione. L’Elfsborg non ha sfigurato: De Sanctis ha dovuto vestire più di una volta i panni del santo dei miracoli e ad Avdic bastava soltanto inquadrare la porta, ormai sguarnita, nei primissimi minuti della partita. L’1 a 0, quindi, può considerarsi un risultato più che positivo per gli azzurri, pur se sarà fondamentale mantenere alta la guardia e non dare nulla per scontato a campo invertito.
Cavani e l’equilibrismo di Mazzarri – L’ingresso in campo dell’uruguaiano arriva al 62’. Applausi del San Paolo a scena aperta. Fuori Pazienza, Hamsik in mediana accanto a Gargano. La mossa che non ti aspetti, l’azzardo temerario che divide tecnici e opinionisti possibilisti e non, sfoderato alla prima occasione: i 4 gioielli ensemble, tutti insieme appassionatamente. Edinson si dimena a tutto campo e l’emozione lo tradisce quando sciupa clamorosamente la serpentina con assist del Pocho, maglia 22: piatto di poco a lato a portiere battuto. L’ex Palermo si riscatta in parte regalando al pubblico una pregevole girata al volo. Il tecnico del Napoli vuole il raddoppio, ma si perdono alcuni equilibri in fase di non possesso e l’Elfsborg ne approfitta. Il mister di San Vincenzo se ne accorge e non rischia: accantona momentaneamente l’esperimento e inserisce Blasi al posto dello slovacco. 3-4-2-1, 3-4-3 con e senza Hamsik: il laboratorio tattico ai nastri di partenza.
Quagliarella – Che spettacolo la rovesciata dello stabiese, meritava miglior sorte. Sopraffina la sua rifinitura per i compagni e convincente l’atteggiamento in approccio. Don Fabio non sfodera una prestazione maiuscola, ma è carico e voglioso di far bene. L’ingresso di Cavani lo disorienta non poco. C’è ancora tanto da lavorare per trovare la giusta forma e l’affiatamento giusto lì davanti, ma se il buongiorno si vede dalla … prima in notturna!
Mercato – Il dato evidente che viene fuori in questo primo assaggio di stagione è che il Napoli sta lavorando bene, ma ha bisogno di completare la rosa, soprattutto nel cuore della mediana e in difesa. Per l’attacco è solo un discorso numerico per sopperire ad ogni tipo di necessità preventivabile e non. Lavezzi, Quagliarella, Cavani e un Hamsik “rivisitato” possono bastare, certo, ma solo se tutto filerà liscio come l’olio. Pazienza, Blasi, Gargano … Muscoli, ossigeno a volontà, ma qualità e geometrie non proprio esaltanti. Hamsik, appunto, il solito enigma tattico. Sosa, se dovesse arrivare, potrebbe essere il vice dello slovacco, ed ecco quindi che occorrerebbe un giocatore come Palombo o Inler. Zuculini, purtroppo, l’ha preso il Genoa con un ratto per nulla elegante. Le cessioni di Cigarini e Bogliacino, inoltre, chiedono rimpiazzi adeguati. In difesa, valutate a dovere le condizioni di Campagnaro e Santacroce, sarà necessario intervenire solo in caso di cessione di Rinaudo, anche se un mancino naturale servirebbe non poco e a prescindere.
[Luca Cirillo – Fonte: www.tuttonapoli.net]