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Napoli: con la Juve gara sentita ma guai definirla decisiva

Importantissima, ma non decisiva. Deve essere questo lo slogan del Napoli, ma anche dell’intera tifoseria, fino alla gara di Torino. Affrontare la Juventus è sempre stata la sfida più sentita e la testa della classifica e la sosta per le nazionali, con le relative polemiche sull’impiego dei giocatori, ha alimentato ulteriormenti veleni ed una attesa che ormai è ai massimi livelli. Per molti, da una parte e dall’altra, sembra una finale o una sfida da ultima giornata di campionato. Invece si tratta soltanto dell’ottava giornata. Potrà influire molto sulla fiducia, l’umore, le motivazioni ed altre decine di aspetti, ma non deciderà la stagione.

Il Napoli ovviamente farà il suo massimo tentando di strappare l’intera posta in palio, ma bisogna avere la consapevolezza che, anche non riuscendo a fare risultato, su un campo finora impossibile per tutti, non dovrà esserci alcun contraccolpo psicologico perchè ha già dato dimostrazione di poter competere fino alla fine. Se si deve infatti individuare una differenza tra le due squadre è quella fragilità mentale che spesso subentra negli azzurri nei momenti difficili o quando la posta in palio si alza. Per la testa della classifica, e quella parola che continua ad essere tabù per Mazzarri, non può bastare una vittoria sulla Juventus, e neanche due, ma un campionato di grande continuità. Un percorso che il Napoli ha già intrapreso, evidenziando una grande crescita rispetto alla scorsa stagione. Mentalità sicuramente diversa da quella che si sta vivendo in questi giorni ma che porterebbe gli azzurri ad entrare in campo per dare il massimo, ma con la serenità giusta per esprimersi come sanno fare ed evitare che, tra polemiche di ogni tipo, si vada su binari più consoni ad una squadra di maggiore esperienza come quella bianconera.

La filosofia del “comunque andrà non vorrà dire nulla” è la stessa adottata da Walter Mazzarri che nell’intervista al Corriere dello Sport è stato chiarissimo. “Siamo appena alla ottava, ne resteranno altre trenta da giocare. Questa non incide; la sfida che conta la affronteremo a Fuorigrotta” ha detto il tecnico partenopeo che conosce meglio di tutti i pregi della sua squadra, ma anche i difetti e la possibilità quindi che, come in alcune occasioni, la squadra possa caricare eccessivamente la partita non riuscendo ad esprimere al massimo il proprio potenziale. Come invece sarà necessario su un campo difficile, contro una squadra forte, ma soprattutto esperta, pronta ad approfittare di ogni singola disattenzione e con una fame infinita. Non ci sono altre spiegazioni per spiegare una imbattibilità così lunga, e tante gare – anche recentemente – portate a casa nonostante giornate a dir poco storte. Chiari i riferimenti a quella di Genova e, soprattutto, di Siena. Grande sofferenza anche a Firenze, ma con i bianconeri che alla fine hanno conservato l’imbattibilità e portato a casa un pareggio. Gare insolitamente sotto ritmo, che la scorsa stagione non sono quasi mai capitate, e che vengono giustificate dall’impegno in Champions che toglie non poche energie alla squadra, come accaduto al Napoli nella scorsa stagione, e che potrebbe accentuarsi nel caso i bianconeri riescano ad andare avanti nella competizione giocando su più fronti fino alla fine del campionato.

Ne è consapevole anche Antonio Conte che, al di là delle polemiche, non può non avere fatto un discorsetto – come del resto Mazzarri – giusto per ricordare l’importanza della sfida ai propri giocatori e, senza considerare i cattivi pensieri per l’espulsione di Vidal o i minuti risparmiati a Pirlo da Prandelli, ne è una prova Asamoah che non è sceso in campo “non essendo ancora al 100%”. Stessa cosa potrà capitare a Buffon se non dovesse avere la certezza che l’affaticamento non condizionerà la gara di sabato. Entrando nel merito della questione, invece, è un dato di fatto che Cavani e Campagnaro (escludendo Fernandez e Vargas che non saranno titolari) rientreranno a Castelvolturno dopo un lungo viaggio ed un fuso orario pesante soltanto nella serata di giovedì senza potersi allenare per poi partire venerdì per Torino.

Cosa che alla Juventus capiterà solo ad Isla, che sicuramente non partirà dal primo minuto. Non è sicuramente colpa dei bianconeri, ma un dato di fatto che però qualcuno non riesce a comprendere. Nonostante tutto condizione peggiore crediamo sia quella dei bianconeri, spremuti – per quanto Conte abbia provato a far ruotare le seconde linee – per l’impegno in Champions, mentre il Napoli in Europa League per due gare ha risparmiato gran parte dei titolari. Del resto già a Siena si era vista una squadra sulle gambe che è riuscita a portare a casa la vittoria con grande orgoglio, personalità, qualche episodio a favore e quella convinzione che anche il Napoli sembra aver acquisito vedendo le sfide con Fiorentina e Sampdoria.

La chiusura non può non essere dedicata a Massimo Carrera. Sabato in panchina ci sarà Alessio, vice-allenatore della Juventus, a cui è stata ridotta la squalifica ed il risultato è che l’ex difensore tornerà nel dimenticatoio. Ha giocato anche a Napoli, per una sola stagione, ma la tifoseria si accorse di lui solo quando saltò al coro “chi non salta è napoletano” in una trasferta a Bergamo vissuta al seguito della squadra da infortunato. Dell’enorme modestia (?) del personaggio, invece, se ne sarà accorto anche Conte che, non per una casualità, nelle ultime conferenze ha optato per il preparatore dei portieri. Anche senza parlare nell’ultimo periodo ha avuto riscontri positivi da molti colleghi, l’ultimo è Serse Cosmi: “Conosco solo la Porsche Carrera. A differenza di qualcuno che fa il borioso ho allenato in Prima categoria, quindi so benissimo cosa significa vincere e perdere. Ma sono tranquillo perché chi fa l´arrogante alla fine ha sempre quel che si merita”.

Un profeta il tecnico del Siena. Del resto l’avventura di Carrera era iniziata con la proprietà juventina che lo paragonava a Zeman (che qualcosina nella sua carriera ha fatto…) con la logica del “in una gara ha già vinto più di te”. La gara in questione era ovviamente quella di Pechino, che sappiamo com’è andata, con un post-partita spassoso in cui etichettò con “quel signore lì…” Mazzarri, un allenatore partito dal nulla e che ha raccolto risultati su risultati (recentemente candidato al pallone d’oro degli allenatori). La risposta del tecnico azzurro fu inevitabile, ed anche ironica, ma stavolta a Carrera non potrà rispondere Frustalupi, il vice di Mazzarri, ma il terzo o quarto collaboratore. Se avrà voglia chiaramente.

[Antonio Gaito – Fonte: www.tuttonapoli.net]

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