Napoli: I Soldati innamorati (canta pure Diego)

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Che spettacolo. E’ facile cadere nella retorica quando si parla di Napoli, e dell’affetto che i napoletani hanno nei confronti della maglia azzurra: una passione viscerale, che va ben oltre il concetto di “tifo” per una squadra. Qualcosa forse di unico in tutto il pianeta.

Raro di certo. Perché come ha scritto Maurizio De Giovanni, il tifoso del Napoli è un “malato”: “la sua è una strisciante, violenta patologia, con sintomatologia multiforme e assolutamente inguaribile. Si contrae in tenera età, spesso per contagio, un padre, un fratello, un amico; più spesso è genetica e altamente infettiva. Ha incubazione, decorso e crisi con una curva temporale settimanale e culmina la domenica, quando raggiunge la sua fase acuta”.

ANGELI CUSTODI – “Loro sono le mie guardie del corpo”. Da uomo di cinema, De Laurentiis non poteva scegliere espressione migliore. Il Napoli non è mai solo. Non lo è mai stato per la verità. Forse ora il fenomeno ha una risonanza mediatica maggiore, perché la squadra è arrivata ai vertici del calcio italiano. Ma chi li conosce bene, sa perfettamente che anche nel periodo storico dell’oscurantismo azzurro, i tifosi non hanno mai abbandonato la loro fede. Tanto per rimanere nell’ultimo decennio, tornano alla mente alcune partite.

Campionato di serie B 2002-2003, Napoli-Ternana 1-0 (gol di Vidigal) del 31 maggio, con gli azzurri di Colomba chiamati alla vittoria per non rischiare un’umiliante retrocessione in serie C: spettatori presenti al San Paolo, 65.000. L’anno successivo la terza serie arrivò a causa del fallimento, ma il popolo azzurro rispose da par suo. All’esordio con il Cittadella, erano in 58.000 a Fuorigrotta. Dove il pienone si registrò anche nelle partite di play off con Sambenedettese e Avellino, e sovente ancora lungo la strada tortuosa che ha riportato gli azzurri nell’olimpo del calcio.

IL SAPORE DELLA VITTORIA – I soldati innamorati ci sono sempre stati. Presenti, nonostante i periodi bui che hanno costellato la storia calcistica partenopea. Tanto per farlo notare a chi oggi vuole spiegare il fenomeno con le vittorie del Napoli. Non è così: loro hanno scortato ovunque il bastimento azzurro, pronti a difendere il proprio vessillo in ogni dove. E oggi, grazie ad una squadra che ha saputo riportare il nome di Napoli così in alto, possono godersi fino in fondo questi momenti straordinari. Tempo d’amore che fa tornare alla mente un’altra epoca. Quando cantare “ ‘O surdato ‘nnammurato” aveva un sapore diverso. Il sapore della vittoria.

[Vincenzo Balzano – Fonte: www.tuttonapoli.net]