Ecco di seguito l’editoriale pubblicato oggi da Raffaele Auriemma sulle colonne del Corriere del Mezzogiorno: Ciò che resta di una notte fredda e amara, è quell’Inter messa all’angolo da un Napoli feroce ed affamato. Cartoline da San Siro, con un solo francobollo timbrato dal solito Cavani. Non è stato sufficiente, non ha portato punti in classifica. E non è nemmeno giusto il punteggio finale, ma la storia viene scritta da chi vince. Però nessuno può negare che quello del Meazza sia stato il Napoli più bello visto in trasferta quest’anno, prima sciagurato (leggi: gol di Guarin sugli sviluppi del solito calcio piazzato) e poi arrembante, con uno schie- ramento sbilanciato e incisivo della seconda parte di gara. A conti fatti è stato lo step ulteriore di una crescita che necessita di altri due elementi per essere competitivi tout court in prospettiva scudetto: l’esperienza per evitare i consueti errori e rimediare agli stessi, oltre alla maturità della piazza di saper attendere che ciò avvenga.
Non si diventa da scudetto da un giorno all’altro, se in formazione si ha un solo calciatore, Pandev, che ha vinto qualcosa di importante in carriera e dispone anche dell’abitudine ad alzare al cielo i trofei. La freschezza atletica del gruppo di Mazzarri è apparsa evidente agli occhi di tutti, tanto da sovrastare la formazione di Stramaccioni in lungo e in largo. Però l’Inter ha retto sui quattro capisaldi plurimedagliati: Cambiasso, Zanetti, Milito e Cassano. Il Napoli non ha questi calciatori, pur potendo sfoggiare elementi appetiti da tante squadre. E’ questo l’aspetto che la critica dovrebbe spiegare al tifoso, che ha tutto il diritto di sperare nella vittoria costante della sua squadra. Vincere subito e tanto è un’ambizione comune nel mondo del calcio, un traguardo tagliato raramente in assenza di un progetto altamente competitivo. Cioè, quello che prevede l’acquisto graduale di top player che vengano ad arricchire un gruppo già forte soprattutto in termini di capacità nervosa. Il Napoli può permetterselo? Magari sì, può darsi che De Laurentiis a gennaio stupisca tutti e porti a Mazzarri due-tre rinforzi di un livello superiore rispetto a quelli di cui oggi dispone il tecnico. Soltanto con una strategia del genere avrebbe senso compiuto l’affermazione resa dal patron ieri mattina: «Io voglio vincere». Se avesse esternato il suo desiderio solo da tifoso, avrebbe lo stesso valore di tanti altri fan del Napoli, però lui è il presidente di questa formazione e le sue parole hanno un peso di gran lunga superiore alla media di commenti da bar dello sport.
Probabilmente avrà voluto dare una prima indicazione su quelle che saranno le future mosse di mercato del Napoli, conscio del particolare che con questa rosa l’obiettivo fissato ad inizio stagione era di partecipare il prossimo anno in Champions League. Se invece ritenesse che il gruppo attuale possa centrare anche lo scudetto, nonostante il cammino poderoso della Juve capolista e dell’Inter che ha ritrovato continuità, potrebbe prendere una decisione ancora più semplice: sostituire Mazzarri con un altro allenatore in grado di far volare il Napoli, questo Napoli, ben oltre i limiti che l’allenatore toscano era riuscito già a neutralizzare. Esiste un trainer che sappia far ciò, che porti il Napoli a cucire lo scudetto sul petto già il 20 maggio? Bene, caro presidente, lo prenda subito e spedisca a casa Mazzarri senza nemmeno il panettone in macchina. Sarebbe una bella assunzione di responsabilità, uscire allo scoperto in prima persona per garantire sulla bontà di questo Napoli e delle sue chance tricolori. Per il bene del Napoli si accetta ogni sacrificio.
[Redazione Tutto Napoli – Fonte: www.tuttonapoli.net]