Come portare a termine una partita in parità parte terza. Ecco cosa è successo nel secondo tempo giocato sicuramente meglio dal Napoli. Orsato e la sua “squadra” sono riusciti nell’intento di portarla come volevano al fischio finale ma ne parleremo dopo. Facciamo un passo indietro e torniamo ad un primo tempo giocato a mille dalla Juve che sulla prima azione si porta in vantaggio guarda caso con chi? Con Chiellini. Incredibile ma vero. Il Napoli sembra stordito, poco lucido, in alcuni elementi quasi sulle gambe. Ma nel finale di tempo gli azzurri riescono a spingere e a trovare con una bordata di Inler, il pari. Nella ripresa Britos deve uscire e inizia una nuova partita. Il Napoli preme sull’acceleratore e con Hamsik, Cavani e ancora Inler bersagliano Buffon che deve fare gli straordinari. La Juve non è più brillante e prova a dare fastidio al Napoli con le ripartenze e con il non gioco. L’educanda Pirlo si stabilisce nei pressi di Orsato e lo condiziona per tutta la ripresa.
Il problema è quella gomitata di Cavani che colpisce Chiellini che lo aveva vergognosamente provocato tirandogli i capelli. Ma qui De Marco vede solo il Matador e fa lo spione. Orsato non è sereno e ammonisce mezza squadra del Napoli. Chiama falli al minimo contatto e lascia passare tutto alla Juve. Ma il Napoli ha la palla per superare anche questa vergognosa direzione di tutta la sestina arbitrale. Su un tiro da fuori, Buffon, deve respingere e la sfera arriva a Dzemaili che incredibilmente a tu per tu con il portiere la butta fuori. La palla match, la palla che poteva valere la vittoria, e perché no, qualcosa in più. Il finale non conta perché la Juve spezza il ritmo e Orsato concede solo due minuti di recupero. Due signori cari. Il San Paolo, oggi strepitoso, schiuma rabbia. Il Napoli ci prova in tutti i modi ma era già scritto. Inutile parlare dei singoli. Qualcosa non è andato ma in una partita così forse inutile parlare di quello o di questo. Il San Paolo applaude e chiede al Napoli di non mollare. Tutto ancora può succedere anche se sei punti sono tanti. Il finale del pezzo è per quel Vesuvio fumante la risposta reale al becero razzismo juventino.
[Francesco Molaro – Fonte: www.tuttonapoli.net]