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Napoli: la rinascita di Jorginho

Sinceramente il modulo di Benìtez mi penalizzava, nel centrocampo a tre riesco ad esprimermi meglio e stiamo vedendo i risultati. Tutto questo riesce grazie all’aiuto del mister e dei miei compagni”. Sta tutto qui il cambiamento di Jorginho. Ormai risulta banale decantarne il cambiamento, quello avvenuto dopo il cambio in panchina. Ormai risulta banale sottolineare la trasformazione avvenuta – a detta del centrocampista stesso – per merito di Maurizio Sarri e del suo nuovo sistema di gioco.

Ciò che più sorprende, invece, è la sua nuova personalità. Se l’anno scorso l’ex Verona sembrava un lontano parente di quello che aveva incantato tutti con la maglia gialloblù addosso, un calciatore in difficoltà e che spesso si nascondeva tra le linee della formazione, nella morsa del suo centrocampo e di quello avversario, adesso l’italo-brasiliano ha la cosiddetta cazzimma. E’ questo l’aspetto che maggiormente risalta agli occhi, al di là della tattica, della qualità e delle giocate. Lui si giustifica dicendo che l’ha sempre avuta, ma che forse non si era mai notata. Adesso si vede eccome. Vigila la mediana, consiglia i compagni, prende il mano il joystick e dirige la manovra azzurra. Non solo col pallone o disegnando parabole, sia chiaro, ma dando tranquillità all’intera squadra anche.

Jorginho è instancabile. Finora è stato il calciatore che ha giocato il maggior numero di palloni e, soprattutto, quello che ha corso di più. Dodici kilometri. Tanto per intenderci, è come se avesse corso quasi da un lato all’altro di Napoli. Senza metropolitana, senza pullman, senza autobus: a piedi, correndo. Inteso? Certo, Hamsik e Allan lo aiutano in questo, sicuramente anche il modo di giocare di Sarri. Ma Jorginho è un giocatore diverso.

Si sta inserendo completamente nell’ambiente partenopeo. Lo testimoniano le foto che si vedono sul web: sempre al centro del gruppo, sempre pronto a scherzare coi compagni o godersi le meraviglie di Napoli. Lo dimostra la sua scaramanzia, forse impostagli da Sarri, chissà. “Hai vinto Coppa Italia e Supercoppa, vuoi vincere qualche altra cosa?”. “Eh sì, qualcosa manca ancora…”. Quel qualcosa è lo scudetto, si sa, ma occhio a nominarlo.

Se c’è una cosa che gli manca quella è sicuramente il gol. L’ultima realizzazione in azzurro risale al 22 gennaio scorso, nel match di Coppa Italia contro l’Udinese. L’anno prima aveva segnato anche contro la Roma, sempre in Coppa Italia. Insomma, gli manca il gol in campionato. Proprio a lui, che col Verona ne aveva realizzati ben 7 in 18 partite e mezza stagione. In Serie A, con la maglia azzurra, deve sbloccarsi. E se lo farà, stavolta, Antonio Conte non avrebbe alcun alibi: la Nazionale sarebbe d’obbligo.

[Fonte: www.tuttonapoli.net]

Davide Luciani
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Davide Luciani

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