Napoli, le parole del presidente De Laurentiis in conferenza stampa

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Le parole del presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis, in conferenza stampa, per presentare il progetto del club partenopeo.

NAPOLI – Il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis è intervenuto in conferenza stampa per presentare il nuovo progetto del club partenopeo. Queste le sue parole a cominciare dalla Superlega: “Leggevo del problema del Premier inglese, che ha castigato i protagonisti della Superlega, ma variante o non variante si accorda la finale a Londra con gli spettatori. Una settimana prima del lockdown mi è stato chiesto di giocare in Spagna, dissi ma come facciamo a muoverci, e mi dissero di arrivare a Parigi e poi spostarci in pullman. E’ più importante una partita che la salute dei popoli? Tra poco pubblicheremo i calendari, ma chi ci garantisce? Io lo chiederei a Draghi, ma deve prendere atto che ci sono più di 30mln di italiani che trovano nel calcio una valvola di sfogo, l’80% di loro, ovvero 24 sono uomini che lavorano per il paese, allora perché tu ti disinteressi completamente al mondo del calcio che è una valvola di sfogo importante? Hai una grande credibilità in Europa, perché non convinci i tuoi colleghi a resettare tutte le partenze dei campionati posticipandone l’inizio ad una data per avere più serenità vaccinale? Perché in Europa non è nata una obbligatorietà ai vaccini e sento tanta gente che non vuole vaccinarsi. Perchè Draghi trascura il primo sport italiano?. Nel calcio nessuno ha mai fatto nulla! Sono quarant’anni che c’è una legge sbagliata, si dice sempre ci deve pensare il governo ma il governo non fa nulla. Florentino Perez è mio amico, ma non mi ha contattato. Non sono favorevole alla Superlega, ma io ne faccio una questione economica. Non è facendo un torneo ad inviti che risolvi i problemi dell’economia del calcio. Li risolvi se prendi coscienza che Champions e Europa League non servono a nessuno. I nostri fatturati non possono più permettersi di andare avanti così, solo per favorire gli istituzionalisti. Florentino Perez sbaglia perché vuole fare un torneo chiuso, invece deve dare la possibilità a tutti di partecipare ad un grande campionato europeo”.

Su Spalletti: “Lo avevo incontrato una volta a Roma, e noi virammo in quell’occasione su Benitez o Sarri, non lo ricordo. Credo che sia uno che sappia allenare molto bene le sue squadre, non è mai stato semplice giocare contro di lui. Ha gestito situazioni difficili a Roma e Milano, in una società che magari non metteva le cose in chiaro”.

Su Insigne: “Non ci siamo proprio visti, la necessità di finire il campionato, il ritiro con la nazionale, non voler ad un certo punto diciamo scasinare la situazione e abbiamo detto finito l’Europeo ci incontreremo, parleremo e sarà quello che sarà. Non credo che uno sia relazionabile all’altro. Sarri fu molto bravo ad inventarsi Mertens come centravanti, non vedo perché gli dobbiamo dare il ruolo di Insigne. Da un lungo confronto che avrò con Spalletti, vedremo fuori quello che si può fare e quello che non si può fare. Mica è detto che quello che uno decide di fare mica avvenga. Ci rivediamo l’8 con Spalletti”.

Su Gattuso: “Avevo preparato prima della gara, perchè credevo che sarebbe andato in Champions, un ringraziamento per Gattuso per il raggiungimento della Champions. Dopo il pareggio col Verona, abbiamo snellito la comunicazione, ringraziando Gattuso con un tweet per il lavoro svolto. Ho sentito dire in televisione che non era accettabile fare così, in realtà io sarei potuto essere molto inquieto. In realtà io avevo già scelto di smettere con Gattuso già nell’estate precedente, l’avevo preso per tamponare l’uscita di scena di Ancelotti. Anche se avesse vinto il campionato, la sua mission a Napoli si sarebbe conclusa. Con Mendes abbiamo parlato a lungo del rinnovo di Gattuso, ma non ci siamo trovati in linea. Avevamo firmato due righe, ma poi quando queste due righe vanno a finire in mano agli estensori legali, le due righe diventano ventisette. Poi Gattuso non si è sentito bene ed io ho sentito Spalletti, ed anche questo mi è stato rimproverato. Poi si è ripreso molto bene, ma questa sperequazione tra gare positive e non mi ha fatto capire che era arrivato il momento di interrompere la collaborazione”.

Sulla Salernitana: “Guardi è difficile dare un giudizio, schierandosi da una parte o dall’altra. Certo è che se in società non posso avere una seconda squadra, nel momento in cui sto lottando per la Serie A, devo avere già le carte in ordine per una cessione. La stessa cosa forse per il Bari di mio figlio, io mi sono tirato fuori, ma se va in A c’è la diatriba sul grado di parentela. Che tu possa però mantenere un 10-20% di quote è tutto da vedere se è possibile o meno. Di ricorsi al tar o in Europa non ce ne sono stati, non c’è una giurisprudenza consolidata e bisognava sedersi molto prima, non un mese fa”.