Metti un ragazzino che arriva dalla B. Con la faccia pulita e la promessa di mettersi a disposizione del suo nuovo mister. Metti un macedone smaliziato. Con le idee chiare sul suo ruolo da attore protagonista nel nuovo progetto azzurro. Metti Lorenzo Insigne da una parte e Gorand Pandev dall’altra. Nessuna rivalità – dunque – ai nastri di partenza della stagione del Napoli. Sul tema, Walter Mazzarri, è sempre stato piuttosto chiaro: “Pandev è un top player, Lorenzo è un giovane dalle belle speranze”. Punto. Forse…
Si perché quel ragazzino in poche settimane, riesce a stregare la critica ed il San Paolo. I lampi del suo talento sono così potenti da abbagliare anche Cesare Prandelli, che lo ha già fatto esordire con la maglia della Nazionale maggiore. Sempre positivo quando entra in campo, nonostante spesso si debba accontentare di spezzoni più o meno lunghi di gara. Da un lato, abbiamo detto, c’è Lorenzo. Brillante, fresco e con l’argento vivo addosso. Dall’altro, invece, c’è Goran. Tecnica indiscutibile, visione di gioco come pochi ma il solito vizietto che accompagna tutta la sua carriera. Intermittente, più delle luci su un albero di Natale. La luce del macedone si accende a tratti, con intervalli più o meno lunghi di assenza.
Quando li ha avuti entrambe a disposizione – Pandev ha salto le prime due giornate per squalifica – Mazzarri non ha mai avuto dubbi. In campionato sempre il macedone dal primo minuto, con Insigne confinato a prima alternativa a gara in corso. Il copione – ridondante per Lorenzo – si è ripetuto anche nella sconfitta di Torino. Gara di grande sacrificio quella di Goran contro la Juventus, senza mai trovare uno spunto interessante. Appena 5′ i minuti concessi al gioiellino azzurro, spedito in campo al minuto 85, quando ormai capre e buoi erano scappati da tempo. Pochi secondi, ed una grande occasione in contropiede sprecata proprio a causa di un errore di Pandev che ha fatto arrabbiare – e non poco – il buon Insigne.
Il “Vecchio ed il Giovane”. Non è un romanzo dell’800. E’ un problema attuale in casa Napoli. O meglio un motivo di discussione. Giusto concedere ad Insigne appena 5′ in una sfida così importante? Giusto – a prescindere dalla condizione del momento – puntare su Pandev nonostante possa essere affaticato? Le gerarchie sono importanti, ma per tenere motivato un gruppo (ed un giovane dall’enorme potenziale) c’è bisogno di regalargli sempre nuovi stimoli. Insigne ha dimostrato di poter essere decisivo, sin da subito, ed in molti nell’ambiente partenopeo iniziano a spingere per vederlo con più frequenza in campo. L’abbondanza non è mai un problema, ma bisogna saperla gestire. Questo ha fatto la differenza nella sfida con la Juventus. Questo fa la differenza tra un grande allenatore ed un allenatore eccezionale.
[Arturo Minervini – Fonte: www.tuttonapoli.net]