Il sogno continua. E’ un sogno ad occhi aperti suffragato da tanto di razionalità che basterebbe a convincere il più scettico del pianeta Terra. Il Napoli ha perso i due scontri diretti con la capolista Milan e si trova oggi a sole tre lunghezze di distanza dalla vetta. Per comprendere che razza di campionato sta disputando la banda Mazzarri.
Ciò a cui si è assistito ieri ha del paranormale, assolutamente vietato a suscettibili di emozioni e deboli di cuore. Questi ragazzi non mollano mai, non sullo 0-2, non sul 2-3 dopo aver rimontato il doppio svantaggio, per di più contro una signora squadra di un signor (in tutti i sensi) allenatore quale Edy Reja. La squadra ha la mentalità della sua guida, Walter Mazzarri, abile ad imporre al gruppo l’aspetto della lotta, della contesa, del “non mollare mai” appunto, fino all’ultimo secondo disponibile. Il Napoli è oggi una grandissima squadra e deve ciò all’allenatore più decisivo della Serie A.
E, senza davvero nulla togliere ad alcuno, a quel centravanti che mancava a Napoli oramai da vent’anni. O che forse, stando al nuovo record raggiunto – 25 reti, nessuno come lui nella storia partenopea – , mai c’è stato. Edinson Cavani vive una stagione indescrivibile, gli aggettivi per disegnare questa forza della natura sono davvero terminati. La lucidità nei momenti decisivi della gara è sovrumana, la quarta tripletta stagionale (dopo Utrecht, Juventus e Sampdoria) regala la seconda piazza del torneo agli azzurri e lascia una punta di amaro in bocca: il Matador non ci sarà a Bologna, ammonito ieri (era diffidato) nei minuti di recupero per una zuffa provocata dal laziale Sculli.
“Peccato, ci sarà nelle ultime sei gare”, come ha detto il vate Mazzarri. Il Napoli deve, deve, essere in grado di sostituirlo nella prossima trasferta di Bologna. Inutile sottolineare come le sette gare che attendono i partenopei siano tutte assolutamente decisive, se l’obiettivo è quello grosso. La fiducia nel tecnico toscano è talmente elevata da essere sicuri che la scelta adottata in tal senso sarà quella corretta, ma proviamo ad accennare alcune ipotesi: la più plausibile, adottata ad esempio a Villarreal, vede l’impiego di Lavezzi come terminale offensivo supportato da due mezze punte, Hamsik come raccordo tra centrocampo ed attacco e probabilmente Mascara favorito su Sosa e Zuniga. Caro Mascara, se così fosse, domenica tocca a te: arrivato all’ultimo minuto del mercato di riparazione per offrire soluzioni offensive alternative a Mazzarri, questo è il tuo momento. Ora o mai più, dopo i contrastanti segnali – assist a Cavani per il 4-3 ma colossale occasione fallita sul 2-2 – lanciati ieri contro la Lazio.
La seconda opzione, difficile dall’inizio ma plausibile a gara in corso, è la sostituzione del Matador con un attaccante di ruolo lasciando inalterato il modulo almeno per impronta naturale: toccherebbe a Cristiano Lucarelli, finora oggetto misterioso del Napoli 2010-2011 complice l’infortunio al legamento crociato anteriore che lo ha fermato per ben quattro mesi. L’età avanzata in questi casi non è di ausilio ad un buon recupero, ma Lucarelli è tra quelli che la palla dentro la sanno buttare: 119 reti in Serie A non è un bottino vantabile da tanti. Uno spunto, un lampo di vita: vai Cristiano, ritagliati il tuo momento di gloria. Ragazzi, è arrivato il momento di dimostrare. Di dimostrare che ci siete tutti, da Bologna, per un finale di torneo non immaginato ma a cui nessuna vetta è preclusa.
[Massimiliano Bruno – Fonte: www.tuttonapoli.net]